Wasp-193b, l’esopianeta più grande di Giove che ricorda lo zucchero filato

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Wasp-193b, l'esopianeta più grande di Giove che ricorda lo zucchero filato
@Wikimedia Commons

Il pianeta Wasp-193 b, recentemente scoperto, si presenta con caratteristiche sorprendenti che stuzzicano la curiosità degli astronomi. Questo gigante gassoso ha un diametro pari a una volta e mezzo quello di Giove, ma la sua massa è meno di un settimo di quella del noto pianeta del nostro sistema solare. Questo implica una densità eccezionalmente bassa, circa 59 milligrammi per centimetro cubo, simile a quella dello zucchero filato, ben venti volte inferiore rispetto ai 1.3 grammi per centimetro cubo di Giove.

La densità di Wasp-193 b è stata determinata attraverso tecniche consolidate nell’ambito dell’astronomia extrasolare. Il volume del pianeta è stato calcolato sfruttando il metodo dei transiti con l’aiuto del telescopio Wasp-South, parte della rete Wasp (Wide Angle Search for Planets), situato a Sutherland, Sudafrica. Questo strumento ha registrato la diminuzione di luce causata dal transito del pianeta davanti alla sua stella ogni 6,25 giorni. Successivamente, i telescopi Trappist-South e Speculoos-South hanno confermato le caratteristiche planetarie di Wasp-193 b. Infine, gli spettrografi Harps e Coralie hanno permesso di determinare la massa del pianeta attraverso il metodo delle velocità radiali.

Composizione atmosferica

Secondo gli scienziati coinvolti nello studio, pubblicato su Nature Astronomy e guidato da Khalid Barkaoui dell’Università di Liegi, Wasp-193 b è composto principalmente da idrogeno ed elio. Questi elementi contribuiscono a un’atmosfera estremamente espansa, molto più ampia rispetto a quella di Giove, indicando la presenza di una notevole fonte d’energia interna, ancora non completamente compresa. Le teorie attuali sulla formazione dei pianeti non riescono a spiegare adeguatamente le caratteristiche uniche di Wasp-193 b, rendendolo un caso di studio eccezionale e un outlier nel campo dell’astronomia planetaria.

Il team di ricerca, che include anche esperti come Julien de Wit del MIT e Francisco Pozuelos dell’Instituto de Astrofisica de Andalucia, è entusiasta di poter esplorare ulteriormente questo pianeta con strumenti ancora più avanzati, come il telescopio spaziale James Webb. Esaminare più da vicino la sua atmosfera potrebbe offrire nuove intuizioni sul suo percorso evolutivo e sui meccanismi di formazione planetaria.