I produttori di automobili americani ed il governo stanno pensando seriamente a nuove tecnologie che consentiranno alle auto del futuro di comunicare tra loro e con gli oggetti che le circondano. Avvicinandoci ad un incrocio, ad esempio, una macchina mostra una luce rossa: anche se noi non lo vedremo subito, la nostra auto riceverà un segnale da un'auto che si trova sul nostro percorso e ci avvertirà di una potenziale collisione, e magari frenerà anche automaticamente per evitare l’incidente.
1. Auto che comunicano tra di loro e con la strada
Alcune case automobilistiche, come Ford, stanno testando una tecnologia in via di sviluppo chiamata Vehicle-to-Vehicle Communication (V2V) con l’intento di ridurre il numero di incidenti stradali. La V2V funziona utilizzando dei segnali wireless per inviare informazioni tra le auto sulla loro posizione, sulla velocità e sulla direzione. Le informazioni vengono poi comunicate alle auto vicine, fornendo loro i dati per mantenere le distanze di sicurezza. Gli ingegneri del MIT stanno lavorando sugli algoritmi V2V che calcolano le informazioni dalle auto per determinare quale sia la manovra migliore da effettuare nel caso in cui un'altra automobile si inserisca sul nostro percorso. Uno studio del 2010 condotto dalla National Highway Traffic Safety Administration ha rivelato che la V2V potrebbe potenzialmente ridurre gli incidenti stradali del 79%. I ricercatori, però, non stanno lavorando solo sulla V2V Communication, ma anche sul Vehicle-to-Infrastructure Communication (V2I), che consentirebbe ai veicoli di comunicare con i segnali stradali o i semafori e dare alle automobili alcune informazioni di sicurezza. Il V2I potrebbe anche ottenere informazioni sul traffico ad un sistema di gestione del traffico ed accedere ai migliori tragitti possibili. Alcuni report della NHTSA mostrano che l'integrazione del V2I nelle automobili, assieme ai sistemi V2V, ridurrebbe gli incidenti stradali dell’81%.
2. Auto che si guidano da sole
Le automobili che si guidano da sole non sono un’idea nuova, e probabilmente sono più vicine alla realtà di quanto si possa pensare. In California e in Nevada alcuni ingegneri di Google hanno già testato macchine “autoguidanti” su più di 300.000 km di strade e autostrade. Le auto di Google non solo scattano fotografie delle strade, ma le loro mappe computerizzate visualizzano i segnali stradali, trovano percorsi alternativi e vedono i semafori anche prima degli esseri umani. Utilizzando laser, radar e telecamere, queste vetture analizzano ed elaborano le informazioni su ciò che le circonda più rapidamente di quanto possa fare un uomo. Se le macchine autoguidanti arriveranno ad una produzione di massa, potremmo avere un po’ più di tempo per noi. Gli americani trascorrono nel traffico una media di 100 ore all’anno; auto che si guidano da sole molto probabilmente la possibilità di viaggiare in gruppo, avanzando una accanto all’altra come un plotone. Alcuni credono che la circolazione di plotoni di auto farebbe diminuire gli incidenti stradali perché le auto potrebbero comunicare tra loro e reagire l’un l’altra, senza le distrazioni degli esseri umani. In alcuni test di Google, le automobili hanno imparato i dettagli di una strada percorrendola alcune volte e, al momento di guidare da sole, sono riuscite ad identificare i pedoni che attraversavano, fermandosi e facendoli passare. Le auto autoguidanti potrebbero rendere il trasporto più sicuro per tutti noi, eliminando la causa del 95% degli incidenti di oggi: l'errore umano.
3. Cruscotti a realtà aumentata
Sulle auto del prossimo futuro potremo identificare gli oggetti esterni davanti al conducente e visualizzare le relative informazioni direttamente sul parabrezza grazie alla realtà aumentata (AR). La BMW ha già implementato in alcuni dei suoi veicoli un parabrezza con display che visualizza le informazioni di base, ma sta sviluppando anche cruscotti a realtà aumentata che saranno in grado di identificare gli oggetti di fronte ad un’auto e dire al conducente a che distanza si trovano. Il display AR sovrapporrà queste informazioni su ciò che il conducente vede dal suo cruscotto. Quindi, se ci avvicineremo ad una macchina troppo velocemente, sull'auto davanti a noi apparirà un quadrato rosso e delle frecce che ci mostreranno come spostarci nella corsia successiva prima di scontrarci con l'altra auto. BMW sta conducendo una ricerca sull'uso della realtà aumentata per i tecnici automobilistici: in un video prodotto dalla casa tedesca si vede un tecnico BMW che utilizza degli occhiali AR per guardare un motore, identificare le parti da sostituite ed infine mostra passo-passo le istruzioni per la sostituzione.
4. Airbag che aiutano le auto a fermarsi
Da quando sono arrivati sulle auto, gli airbag si sono diffusi sempre più: oggi, oltre ai due classici per conducente e passeggero, abbiamo airbag laterali, a tendina, per le ginocchia, sulle cinture di sicurezza e anche sotto i sedili. Mercedes, però, sta lavorando ad un nuovo tipo di utilizzo degli airbag, per trasformarli da un mezzo di sicurezza passivo ad un sistema attivo. La Mercedes sta sperimentando infatti degli airbag che, in caso di rischio incidente, si aprono sotto la vettura e la bloccano prima dell'impatto. Gli airbag sono parte del sistema complessivo di sicurezza attiva e si aprono quando i sensori indicano che l'impatto è inevitabile. I cuscini hanno un rivestimento ad attrito che aiuta a rallentare la macchina e può raddoppiare la sua capacità di arresto. Gli airbag sollevano l'automobile fino ad otto centimetri: ciò contrasta il movimento di abbassamento dell'auto durante la frenata, migliora il contatto tra i paraurti e impedisce ai passeggeri di scivolare sotto le cinture di sicurezza in caso di collisione.
5. Pannelli di carrozzeria ad accumulo di energia
Exxon Mobil prevede che entro il 2040 metà di tutte le nuove auto saranno ibride. Questa sarebbe una bella notizia per l'ambiente, ma uno dei problemi con le ibride è che le batterie occupano un sacco di spazio e sono molto pesanti. Anche con le batterie al litio, le auto ibride pesano molto per colpa delle loro batterie. Ecco quindi che entrano in gioco i pannelli di carrozzeria ad accumulo di energia. In Europa un gruppo di nove produttori di auto sta sperimentando dei pannelli di carrozzeria in grado di immagazzinare l'energia e la carica più velocemente rispetto alle tradizionali batterie di oggi. I pannelli sono realizzati in fibra di carbonio e resina polimerica, abbastanza resistenti per essere utilizzati nei veicoli ma allo stesso tempo flessibili per essere modellati in pannelli. Delle strutture di questo tipo possono ridurre il peso di una vettura anche del 15%. I pannelli immagazzinano l'energia prodotta da tecnologie come la frenata rigenerativa o quando l'auto è collegata durante la notte, per poi trasferirla al veicolo, quando necessario. Ciò non solo ridurrebbe le dimensioni delle batterie ibride, ma il risparmio sul peso eliminerebbe l'energia sprecata per spostare il peso dalle batterie. Anche Toyota è alla ricerca di pannelli leggeri ad accumulo di energia, e sta facendo un passo ancora più in avanti, cercando pannelli in grado di catturare l'energia solare e conservarla in un pannello leggero.
Antonino Neri
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