Auto ad acqua: Jacobovic ha la soluzione

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Benché suoni da sempre futuristico parlare di auto ad acqua, l’idea continua a incuriosire automobilisti e inventori. Tanto che in Croazia Ivan Jacobovic ne ha progettata e sperimentata una e, giura, funziona a meraviglia. Di tutti i modelli finora annunciati come l’invenzione del secolo, e ce ne sono, quello di Jacobovic merita effettivamente una particolare attenzione.

I veicoli ad acqua sfruttano in genere il gas idrogeno (estratto dall’acqua, appunto) per attivare un motore a scoppio, emettendo come unico prodotto di scarto del semplice vapore acqueo. L’estrazione dell’idrogeno avviene in questo caso per elettrolisi, vale a dire tramite la circolazione di energia elettrica in un contenitore pieno d’acqua.

Jacobovic ha invece sperimentato un metodo alternativo, ispirato alle teorie geniali di un connazionale ‘incompreso’, Nikola Tesla, cui vengono attribuite interessanti scoperte nel campo dell’elettromagnetismo come il motore a induzione e la corrente elettrica alternata. Fra le sue invenzioni, quella in questo caso rilevante è la cosiddetta 'Batteria di Tesla', un sistema tipo cella a combustibile che permette di estrarre l’idrogeno dall’acqua e l’elettricità dall’idrogeno, superando lo scoglio cruciale del bilancio energetico.

L’auto ad acqua non conviene, ecco perché andiamo ancora dal benzinaio. L’energia che occorre per estrarre l’idrogeno è più di quanto si possa ricavare dall’idrogeno prodotto. Eppure Jacobovic, applicando il metodo ‘idrolisi di Tesla’, ha modificato la sua vecchia Renault ed ha percorso, secondo quanto dichiara alla tv privata croata ‘Rtl’, oltre 2mila e 400 chilometri con un solo litro di acqua minerale. L’inventore si è anche messo a disposizione per modificare qualunque altra automobile a prezzi a dir poco irrisori (un centinaio di euro circa).

Malgrado l’entusiasmo per la sua riuscita sperimentazione dell’auto ad acqua, vale la pena ricordare che l’idrogeno è un gas estremamente pericoloso, specie convogliato su un motore a scoppio. Per questo motivo, forse sarebbe il caso di ridimensionare le aspettative, e provare a capire se questo aspetto è stato tenuto bene in considerazione.

Annalisa Di Branco

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