Si chiama Albert Einstein ed è stata una scelta quasi obbligata. L’ATV con il quale l’Esa raggiungerà lo spazio porterà il nome del genio della scienza. L’Automated Transfer Vehicle (ATV) dell’agenzia spaziale europea è un contributo essenziale da parte dell’Europa alle operazioni di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale. Il lancio, almeno per il momento, è schedulato per il 2013. Generalmente, questi veicoli sono ideati per rimanere attaccati alla Iss per circa sei mesi, durante i quali sono caricati di materiali di rifiuto che, in fase di rientro, vengono bruciati appena entrati in contatto con l’atmosfera terrestre.
La proposta di dare il nome di Einstein all’ATV-4 è stata inoltrata dalla delegazione svizzera e riflette il riconoscimento da parte del mondo scientifico al famoso scienziato e alla sua teoria della relatività e alla formula E=mc2. Il veicolo è legato alla Svizzera poiché l’intera struttura è stata costruita dall’industria elvetica. Da qui, il sentimento di unione della delegazione verso colui che ha aperto nuovi orizzonti nella percezione dell’universo.
Il genio. Albert Einstein nacque in Germania nel 1879, sebbene completò i suoi studi in Svizzera. Il 1905 è considerato un po’ da tutti l’hannus mirabili poiché riuscì a pubblicare quattro studi fondamentali sugli effetti fotoelettrici, sul moto Browniano, la relatività speciale e, infine, sull’equivalenza di materia ed energia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu costretto a spostarsi in varie zone d’Europa, fino a quando non fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti. Nel 1921 ottenne il Nobel per la Fisica.
L’ATV-4 Albert Einstein è stato ideato sul modello dei suoi predecessori ATV-1 Jules Verne, ATV-2 Johannes Kepler e ATV-3 Edoardo Amaldi, quest’ultimo quasi completato e del quale è prevista una simulazione a Brema, in Germania. Il terzo prototipo, invece, sarà inviato allo Spazioporto europeo di Kourou, nella Guaiana Francese, da dove partirà nel 2012 sempre alla volta della Iss.
I componenti di cui l’ATV-4 è composto sono già stati costruiti. L’Integrated Cargo Carrier, progettato per il trasporto di acqua, gas e altri propellenti, si trova attualmente a Torino e partirà per Brema nel mese di dicembre. L’Equipped Propulsion Bay, già provvisto di propellente e di motori, si trova nella base francese. L’Equipped Avionics Bay, il vero “cervello” del veicolo, sarà unito al resto della navicella a fine anno.
Nell’annuncio dell’Esa per l’ufficializzazione della scelta del nome si legge: “I veicoli prendono il nome degli scienziati e dei visionari europei il cui merito è di aver illuminato le profonde radici della scienza, della tecnologia e della cultura”.
Federica Vitale