Il regista James Cameron la notte tra domenica e lunedì si è calato nella Fossa delle Marianne. L'impresa storica è stata realizzata alle 7.52 ora locale (in Italia erano le 23.52). Il celebre regista ha toccato il fondo delle profondità marine, il Challenger Deep, a bordo del suo sommergibile, il Deepsea Challenger. Quasi 11 mila metri al di sotto della superficie, nel punto più profondo del pianeta. Ma oltre alla curiosità scientifica c'è di più. Le riprese infatti potrebbero finire nel film Avatar 2.
Il primo uomo a raggiungere le famose 6,8 miglia di profondità sottomarina è stato dunque Cameron, partito anche per raccogliere dati scientifici impensabili nel 1960, quando ebbe luogo l'unica altra immersione umana fino al Challenger, in cui i due intrepidi esploratori dei fondali però non riuscirono a vedere nulla a causa dei sedimenti sollevati dal loro batiscafo.
Circa 4 ore dopo, a mezzogiorno ora locale, il sommergibile verticale che ha portato negli abissi il regista è tornato in supeficie nel Pacifico occidentale, 500 chilometri a sud-ovest di Guam. Soltanto 70 minuti di risalita, più rapidamente del previsto, dal punto più profondo del mondo fino alla superficie. La discesa verso il Challenger Deep aveva richiesto invece 2 ore e 36 minuti. Cameron e la sua capsula sono risbucati fuori e individuati da un elicottero di proprietà di Paul Allen, cofondatore di Microsoft e vecchio amico del regista, impegnato dal canto suo nella progettazione di arerei per il turismo spaziale.
E in diretta via Twitter, il regista ha reso note le sue impressioni: "Appena arrivato nel punto più profondo dell'oceano. Toccare il fondo non è mai stato così bello. Non vedo l'ora di condividere con voi quello che sto vedendo”.
"Tutto è andato alla perfezione”, ha spiegato Kevin Hand, uno dei membri della spedizione di Deepsea Challenger nonché astrobiologo della NASA. "Jim è tornato in superficie con condizioni metereologiche eccellenti, anche se sembrava che vi fosse una tempesta all'orizzonte”.
Ma cos'ha visto Cameron in fondo all'oceano? Il regista ha passato ore in bilico su desertici fondali marini del Challenger Deep ed è scivolato lungo le sue pareti rocciose a caccia di campioni e per registrare dei video. Tra gli strumenti a bordo un campionatore di sedimenti, un artiglio robot, una pistola per "aspirare" piccole creature marine e altri strumenti per il calcolo della temperatura e della salinità. Ora "il team scientifico si sta preparando per analizzare i campioni raccolti", ha detto Hand.
Durante l'immersione nella Fossa delle Marianne, le silenziose telecamere 3D hanno effettuato dei video unici: "C'è un valore scientifico nell'ottenere immagini stereoscopiche perché è possibile determinare la scala e la distanza degli oggetti, cosa che non è possibile a partire dalle immagini in due dimensioni", ha detto Cameron al prima dell'immersione. I risultati definitivi saranno resi noti dal National Geographic.
Circa un anno fa, sir Richard Branson, magnate delle Virgin aveva annunciato un viaggio negli abissi della Fossa delle Marianne con un sottomarino, il Virgin Oceanic. Il cielo, così come il mare, hanno sempre meno segreti.
Francesca Mancuso