Paolo Nespoli si gode il momento di gloria. Dopo il ritorno dalla Stazione Spaziale Internazionale, il nostro astronauta ha incontrato ieri, virtualmente, i giornalisti italiani, raccontando le proprie emozioni e le sensazioni provate durante la lunga permanenza in orbita.
Difficile per l'astronauta raccontare tutto ciò che è successo. Di una cosa è certo. L'esperienza sull'Iss è stata unica, straordinaria, così come lo è stato l'incontro con l'altro collega italiano, Roberto Vittori, anche lui oggi in videoconferenza con la Terra. "Quando ero ancora nello Shuttle e mi preparavo ad entrare nella Stazione Spaziale, ho intravisto Paolo con la coda dell'occhio e ci siamo salutati" racconta Vittori. "Il primo effetto che si ha passando dallo shuttle alla stazione orbitale è molto particolare perché l'ambiente dello shuttle è relativamente piccolo, mentre la Stazione Spaziale sembra enorme. La sensazione è quella di uscire da un tunnel", ha spiegato l'astronauta. "Io sono entrato per ultimo e Paolo era lì ad aspettarci insieme agli altri cinque membri dell'equipaggio della stazione orbitale. Ci siamo incontrati e abbracciati".
Anche Nespoli ne parla come di un'esperienza non semplice da descrivere: "L'arrivo degli astronauti della missione STS-134 è stato un grande evento per noi, lo aspettavamo da mesi, è stato un piacere riceverli" racconta Paolo 'Rambo' Nespoli, che visibilmente emozionato parla anche della scomparsa della madre mentre si trovava sulla Iss. Spiega poi quanto sia difficile riadattarsi alla vita sulla Terra: "Ho dolori alle gambe, al collo, alle braccia, ma è assolutamente normale". L'astronauta adesso è seguito da un team di medici, e si sottopone giornalmente a lunghi allenamenti in piscina e a sedute di fisoterapia. 160 giorni sono tanti, anche per chi, come loro, è allenato.
Ma torniamo a Vittori, che ancora per qualche giorno potrà ammirare la vista della Terra dalla prospettiva del cielo. Ecco il racconto del astronauta del lancio sullo shuttle Endeavour: "Avrei voluto avere una macchina fotografica, purtroppo non è tecnicamente possibile scattare foto in quel momento". Quando lo shuttle si stacca da terra "si vede solo il cielo, ma se ci sono le nuvole riusciamo a percepire questa incredibile corsa verso il cielo. Poi i motori si spengono e arriva una calma assoluta in cui tutto intorno a te comincia a galleggiare".
Prosegue dunque la missione DAMA (DArk MAtter) con i suoi esperimenti. Anche l'Ams sta iniziando a fornire i primi risultati. Primi, si fa per dire, visto che il cacciatore di antimateria ha già passato in rassegna oltre 50 miliardi di particelle. "Dieci anni fa sulla stazione orbitale saliva il primo astronauta europeo, l'italiano Umberto Guidoni, e a dieci anni di distanza c'è ancora moltissimo spazio per Italia ed Europa a bordo della Stazione Spaziale Internazionale" commenta Fulvio Drigani, dell'Esa. E due italiani in una sola volta sono un'ottima media per il nostro paese.
Francesca Mancuso
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Credits: Asi ed Esa.