Un nuovo studio ha scoperto una specie di tardigrado con sorprendenti capacità di rigenerazione del DNA, offrendo nuove possibilità per proteggere gli astronauti nello spazio. I tardigradi, noti anche come “orsi d’acqua”, sono invertebrati microscopici capaci di sopravvivere a condizioni estreme, come il vuoto spaziale e livelli di radiazione mille volte superiori a quelli letali per l’uomo.
In particolare, questa nuova specie, chiamata Hypsibius henanensis, è stata osservata mentre attivava meccanismi genetici unici per riparare i danni al DNA, garantendo una straordinaria tolleranza alla radiazione.
Capacità uniche di resistenza dei tardigradi e possibili applicazioni nello spazio
Gli scienziati hanno condotto uno studio dettagliato sul Hypsibius henanensis e identificato 14.701 geni, di cui il 30% esclusivi dei tardigradi. In seguito all’esposizione a dosi elevate di radiazione (tra 200 e 2.000 grays), il team ha scoperto che ben 2.801 geni legati alla riparazione del DNA, alla divisione cellulare e al sistema immunitario si sono attivati.
Tra questi, il gene TRID1 è risultato cruciale poiché richiama la proteina 53BP1 nei punti di rottura del DNA per avviare le riparazioni. Un altro gene, DODA1, sintetizza pigmenti antiossidanti che neutralizzano i radicali liberi, mentre il gene BCS1 protegge i mitocondri da possibili danni causati dalla radiazione.
Resilienza dei tardigradi: una fonte di ispirazione per la scienza spaziale
Il professor Thomas Boothby, esperto dell’Università del Wyoming, sottolinea come i tardigradi siano diffusi su tutta la Terra, dall’Antartide alle profondità oceaniche, e che la loro tolleranza estrema abbia permesso loro di colonizzare vari habitat. Studi recenti, come quello che ha portato Boothby a inviare tardigradi sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2021, sono cruciali per sviluppare contromisure contro le disfunzioni causate dalle missioni spaziali prolungate.
Capire le strategie di sopravvivenza dei tardigradi potrebbe quindi aiutare a tutelare gli astronauti, in condizioni di microgravità e di esposizione a elevate radiazioni. La scoperta della specie Hypsibius henanensis è particolarmente rilevante per il suo potenziale impatto sulle missioni spaziali umane a lungo termine.
Gli scienziati sperano di approfondire ulteriormente i meccanismi genetici e molecolari alla base della resistenza dei tardigradi, per sviluppare nuove terapie e tecniche protettive contro le radiazioni spaziali. In un contesto in cui le agenzie spaziali sono sempre più concentrate su missioni su Marte e su altre destinazioni lontane, il piccolo “orso d’acqua” potrebbe essere la chiave per garantire la sicurezza degli astronauti.