Una capsula SpaceX è appena tornata sulla Terra: perché gli astronauti della Boeing Starliner non erano a bordo?

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Space X
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Gli astronauti della NASA Suni Williams e Butch Wilmore erano partiti a bordo della navetta Starliner di Boeing con la convinzione che la loro missione alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sarebbe durata circa una settimana. Tuttavia, a causa di una serie di problemi tecnici riscontrati durante il volo di andata, la NASA ha ritenuto troppo rischioso far rientrare i due astronauti con la stessa navetta. Invece, è stato deciso che Williams e Wilmore sarebbero tornati sulla Terra con una capsula Crew Dragon di SpaceX.

Il ritardo del rientro e la missione Crew-8

Nonostante la decisione della NASA, ciò non significava che gli astronauti avrebbero avuto un rientro immediato. La missione Crew-8 di SpaceX ha lasciato la ISS mercoledì, ma Williams e Wilmore sono stati costretti a rimanere indietro poiché non erano assegnati a quel volo. La Crew-8, composta da Matthew Dominick, Michael Barratt e Jeanette Epps della NASA e Alexander Grebenkin di Roscosmos, era in orbita dal 5 marzo, circa tre mesi prima rispetto a Williams e Wilmore.

Il rientro di Crew-8 è avvenuto venerdì, con un ammaraggio al largo della Florida intorno alle 3:29 a.m. ET. I quattro astronauti erano parte di una rotazione regolare della crew della ISS, con missioni che solitamente durano circa sei mesi.

Il prossimo ritorno con Crew-9

Williams e Wilmore sono stati assegnati al ritorno con la missione Crew-9 di SpaceX. NASA e SpaceX hanno dovuto riorganizzare la capsula Crew-9 e le assegnazioni degli astronauti prima del lancio del 28 settembre, per garantire posti sufficienti per il rientro dei due astronauti. La Crew-9 dovrebbe completare la sua missione sulla ISS non prima di febbraio 2025, lasciando Williams e Wilmore ancora bloccati nello spazio.

Una lunga permanenza imprevista sulla ISS

La missione iniziale di Williams e Wilmore non era parte di una rotazione standard, bensì rappresentava il volo inaugurale della navetta Starliner. Partiti il 4 giugno senza molti effetti personali, prevedevano un rapido ritorno sulla Terra. Tuttavia, problemi come perdite di gas e malfunzionamenti nei propulsori hanno complicato il rientro, spingendo la NASA a optare per una soluzione più sicura.

Ora entrambi fanno parte della spedizione 72 sulla ISS, dove si sono integrati con il resto dell’equipaggio, assumendo i ruoli di membri a tutti gli effetti. Suni Williams ha persino assunto il comando della stazione il 22 settembre, mentre entrambi sono ora impegnati in attività ordinarie come passeggiate spaziali e esperimenti scientifici.

Dana Weigel, manager della ISS per la NASA, ha sottolineato come l’agenzia fosse preparata a questa eventualità, avendo addestrato adeguatamente gli astronauti per una possibile permanenza prolungata. Williams e Wilmore, infatti, hanno ricevuto formazione completa su passeggiate spaziali, operazioni robotiche e altre competenze necessarie.

L’attesa e i compiti sulla stazione spaziale

Durante l’attesa per il rientro, Williams e Wilmore hanno preso parte alle attività ordinarie a bordo, come il mantenimento della stazione e una serie di esperimenti scientifici. Ad esempio, il 18 ottobre Williams ha svolto un test cognitivo e ha controllato i collegamenti dell’hardware RFID, mentre Wilmore ha utilizzato un microscopio a fluorescenza per osservare la coagulazione di particelle.

Gli astronauti hanno avuto anche momenti di pausa, soprattutto nei giorni precedenti la partenza della Crew-8, quando il maltempo ha causato ripetuti ritardi. Nonostante la lunga permanenza, entrambi si sono dimostrati positivi: per Williams, in particolare, questa missione è un sogno che si realizza, avendo già espresso in passato il desiderio di tornare nello spazio.