La crescente quantità di detriti spaziali nell’orbita terrestre rappresenta un grave rischio per il nostro pianeta, una situazione che molti esperti considerano inevitabilmente destinata a causare disastri. LeoLabs, una società specializzata nel monitoraggio orbitale, ha lanciato un nuovo allarme. Darren McKnight, uno dei massimi esperti dell’azienda, ha dichiarato a Forbes che questa situazione è paragonabile a una “bomba a orologeria”.
Attualmente, circa 30.000 oggetti più grandi di una palla da softball orbitano intorno alla Terra a velocità elevatissime. Sebbene LeoLabs riesca a tracciare oggetti fino a circa dieci centimetri, qualsiasi frammento più piccolo rappresenta un rischio letale per gli astronauti. Nel 2021, ad esempio, un pezzo di detrito di piccole dimensioni ha perforato il braccio robotico Canadarm2 della ISS, evidenziando la vulnerabilità delle strutture spaziali.
Kessler Syndrome: la minaccia di collisioni a catena nello spazio
L’assenza di cooperazione internazionale ha lasciato in orbita molti stadi superiori di razzi non smaltiti, frutto delle passate missioni spaziali sia sovietiche sia americane. Nel 2022, due di questi razzi sono arrivati a soli 150 metri dalla collisione. Secondo McKnight, questo scenario potrebbe dar luogo alla cosiddetta Kessler Syndrome, dove un impatto tra detriti creerebbe una reazione a catena di collisioni.
Ian Christensen, un dirigente della Secure World Foundation, ha espresso preoccupazione per la scarsa volontà di cooperazione tra le grandi potenze spaziali, che da sole rappresentano il 90% del rischio:
Se Stati Uniti, Russia e Cina non affrontano subito il problema, potremmo trovarci a dover fronteggiare un disastro in orbita.
La sfida di una cooperazione internazionale per la pulizia dell’orbita
Con l’ingresso di Cina e altre nazioni nella corsa allo spazio, il rischio di incidenti aumenta e l’urgenza di una soluzione globale diventa sempre più pressante. LeoLabs ha invitato le principali potenze spaziali a mettere da parte le rivalità e a collaborare per evitare collisioni catastrofiche. Finora, tuttavia, le discussioni diplomatiche hanno portato a pochi risultati tangibili.