L’asteroide Bennu, che orbita vicino alla Terra ogni sei anni, è stato identificato come potenzialmente pericoloso. Questo corpo celeste, largo circa 530 metri, possiede un’energia paragonabile a quella di 22 bombe atomiche. Tuttavia, a differenza dell’asteroide che estinse i dinosauri, Bennu non sarebbe capace di provocare un’estinzione globale, ma potrebbe annientare tutto entro un raggio di almeno 965 chilometri dal punto d’impatto.
La NASA ha dedicato sette anni allo sviluppo di strategie per mitigare la minaccia di una collisione con Bennu. Questi sforzi sono ora nella loro “fase finale”. La probabilità che Bennu colpisca la Terra è minima, stimata in 1 su 2700, o lo 0,037%, per la data del 24 settembre 2182. Nonostante ciò, il rischio non è nullo, e la NASA continua a monitorare attentamente l’evoluzione della traiettoria di Bennu attraverso la missione OSIRIS-REx, che ha fornito dati cruciali per affinare le previsioni.
Eventuali impatti futuri e monitoraggio continuo
Il passaggio ravvicinato di Bennu previsto per il 25 settembre 2135 è un altro momento chiave che determinerà la sua orbita futura e, conseguentemente, le probabilità di un impatto entro il 2300, attualmente stimate in una su 1750. La capacità di prevedere e, se necessario, intervenire sulla traiettoria di Bennu è essenziale per prevenire possibili disastri futuri.
La comunità scientifica, grazie ai dati raccolti dalla missione OSIRIS-REx, ha migliorato significativamente la comprensione dell’orbita dell’asteroide. Tali informazioni sono vitali per continuare a valutare il rischio e preparare eventuali misure di difesa. Per ora, l’umanità può guardare a questa data con cautela, ma senza panico, consapevole delle misure preventive in atto e della bassa probabilità di un impatto.