Avevate mai pensato di portare sempre con voi il vostro computer indossandolo? Tra qualche anno non sarà più una cosa improbabile grazie ai nuovi tessuti intelligenti. Messi a punto da un team di ricerca tra Modena e Cagliari, i nuovi tessuti conterranno transistor così piccoli da poter essere inseriti all’interno del cotone degli abiti.
In questo modo, il filo diventata un dispositivo elettronico a tutti gli effetti, come ha spiegato Beatrice Fraboni, dell’Università di Bologna, che ha partecipato allo studio insieme ad Annalisa Bonfiglio e Giorgio Mattana del Centro S3 di Modena dell’Istituto di Nanoscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), e Piero Cosseddu, dell’Università di Cagliari. Lo speciale tessuto però è stato realizzato nel centro di elettronica organica della Cornell University di New York.
Si tratta delle cosiddette “wearable technologies“, le tecnologie indossabili in cui nei tessuti vengono inseriti nanosensori, polimeri conduttori e semiconduttori intrecciati in maniera tale da formare un tutt’uno con la trama di un abito, viste le dimensioni ridottissime. Lo studio, pubblicato Organic Electronics, sembra dunque aprire una nuova strada ai tessuti indossabili.
E Annalisa Bonfiglio spiega il funzionamento della tecnologia alla base degli abiti del futuro: “Questo insieme di strati di materiali differenti costituisce la struttura del transistor, che permette di regolare il flusso della corrente tra due elettrodi attraverso una tensione applicata ad un terzo elettrodo. I transistor si presentano come semplici fili di cotone e possono essere collegati tra loro o ad altre componenti in cotone, tramite semplici nodi o i processi di tessitura normalmente utilizzati per il cotone“.
Forte il contributo fornito dall’Università di Cagliari, che ha sostituito le nanoparticelle di metallo, utilizzate di solito, con le fibre di cotone legate ad un polimero conduttivo.
“Abbiamo raggiunto quest’obiettivo – ha chiarito Beatrice Fraboni – sviluppando una tecnica innovativa di rivestimento dei fili di cotone con un finissimo strato di nanoparticelle d’oro e di polimeri conduttivi e semiconduttivi”.
Ciò significa che tra qualche hanno, probabilmente, invece di una taglia 42 potremmo acquistare un prezioso jeans da 2 giga.