Terremoto de l’Aquila: la Commissione Grandi Rischi, dopo l’iniziale condanna da parte del Tribunale provvisorio del capoluogo abruzzese, ora è stata assolta dalla Corte di Cassazione, che ha fatto cadere le accuse mosse agli scienziati.
Confermata solo la condanna a due anni per De Bernardinins, l’ex vice-capo della Protezione Civile, il quale dichiarò pubblicamente che non c’era alcun pericolo nonostante le scosse che si avvertivano nel territorio. Ancora in attesa il processo a Bertolaso, che tuttavia è molto vicino alla prescrizione.
Ricostruiamo i fatti: prima del tristemente famoso terremoto che ha colpito la città de L’Aquila nel 2008, diverse scosse si erano avvertite in zona, che generarono allarme tra la popolazione. Alcuni cittadini avevano persino abbandonato temporaneamente le loro case dormendo in alcuni casi in macchina.
La Commissione Grandi Rischi rassicurò però gli abitanti aquilani affermando come un terremoto violento in quella regione fosse improbabile, salvo poi essere tragicamente smentita alle 3.32 del 6 aprile 2009, sette giorni dopo la riunione dei suoi membri. A causa del sisma sono morte più di 300 persone e molte altre hanno perso la loro casa.
Tre anni dopo, alla fine del 2012, i membri della Commissione furono condannati in quanto, nonostante fossero noti la pericolosità ed il rischio sismico nella città, giunsero alla conclusione che un terremoto di magnitudo significativa fosse “improbabile”, trascurando quanto era a loro conoscenza ed anche in netta contraddizione con le loro stesse conoscenze.
Ma non fu questo il messaggio offerto all’opinione pubblica, che tuttora ritiene la decisione una condanna alla scienza per non aver saputo prevedere il terremoto. Prevedere i terremoti con precisione è tuttora impossibile, come ribadiscono a più riprese gli scienziati. Sarebbero state quindi del tutto infondate accuse di questo tipo. Le false accuse non sono però mai state smentite del tutto.
E ora arriva la definitiva assoluzione. A torto o ragione, e soprattutto dai veri capi di imputazione, la Commissione Grandi Rischi è dunque libera. Ma i componenti sono davvero privi di ogni responsabilità? Per fare chiarezza abbiamo raggiunto al telefono Alessandro Martelli, che già all’epoca della condanna, quando era presidente dell’Isso (International Seismic Safety Organization), si dichiarò in pieno accordo firmando però un documento inviato all’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per esprimere preoccupazione di fronte alle
“fuorvianti informazioni diffuse da alcune organizzazioni scientifiche, da alcune riviste e da alcuni quotidiani sulla sentenza di condanna”.
“Pur rispettando le decisioni finali della magistratura – ha dichiarato Martelli – resto perplesso sul fatto che nessuno dei membri della Commissione Grandi Rischi abbia immediatamente smentito le dichiarazioni del Vice-Direttore del Dipartimento della Protezione Civile, che costituivano (questa sì) una vera e propria “previsione”, anche se “alla rovescia”, cioè di “non-rischio”. Infatti, l’informazione divulgata circa tali dichiarazioni […] ha portato tanti (inclusi molti dei nostri ragazzi) a pensare di essere ormai al sicuro, andando invece incontro alla morte”.
Lo scienziato, ribadendo di essere allibito circa la disinformazione che ha pervaso la questione, che è arrivata a dire come la condanna fosse alla scienza, ha concluso:
“Al di là di quelle che sono state le decisioni finali della magistratura italiana, credo che nessuno possa esimersi da confrontarsi con la propria coscienza e che tutti, se Dio esiste (come confido), alla Sua giustizia dovranno prima o poi rispondere dei loro atti od omissioni e delle conseguenze dei medesimi”.
Cosa si salva dunque, oggi, con l’assoluzione della Cassazione? La scienza o la coscienza di qualcuno? Non è possibile stavolta lasciare la sentenza ai posteri, ma probabilmente a chi, quel giorno, ha perso veramente. E non una battaglia in Tribunale.