
Il futuro del giornalismo è dei droni? Oggi a Roma la startup italiana FlyTop, presenterà i suoi reporter robot: FlyGeo, FlyMax, FlyFast, FlyNovex, FlySmart e FlySecur. Gli ultimi tre in particolare promettono di aprire una nuova frontiera del giornalismo.

A quanto pare, anche l'antico mestiere dell'assaggiatore di corte sarà soppiantato da un robot. Per gli amanti della cucina piccante thailandese, infatti, è bene sapere che il governo di Bangkok sta lanciando una crociata culinaria, garantendo la qualità dei pasti dopo l'assaggio “impeccabile” di un robot.

Un selfie come non lo abbiamo mai fatto: dall'alto. Tutto merito del piccolo drone da polso Nixie. L'ultimo nato del settore della tecnologia indossabile porta la firma di alcuni giovani designer ed esperti di robotica che con il quadricottero da polso sono arrivati in finale alla Intel Make it Wearable competition.

I ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno trovato un modo per migliorare la capacità dei robot di trovare gli oggetti. Il miglioramento si presenta sotto forma di piccole RFID (radio-frequency identification) poste sugli oggetti e in grado di consentire ai robot di individuarli ovunque, anche quando sono nascosti.

I droni diventano giornalisti. Così dopo i droni soldato, quelli camerieri o addetti alle consegne, l'ultima novità della robotica invade il settore delle parole e delle immagini, visto che potrebbero essere impiegati come reporter.

Si chiamerà Pepper il primo robot umanoide con “un cuore”. È stato pubblicizzato infatti come il primo robot in grado di provare emozioni e fa parte dei diversi tentati di introdurre gli androidi nella vita quotidiana accanto all'uomo. In vendita negli Stati Uniti entro la prossima estate, il progetto reca la firma della SoftBank, un'importante casa di produzione tecnologica nipponica.

I robot stanno sostituendo tutto e tutti, e, nostra creazione, ci sfidano. Se prima erano macchine programmate da noi e da noi ben distinte, ora si stanno sempre più “umanizzando”, fino a farci pensare a teorie simil-paradossi, come quella secondo la quale entro il 2050 potremmo addirittura avere rapporti sessuali con loro, e sentirci soddisfatti.

Il sesso con i robot è ormai una realtà. Ma potrebbe essere anche una terapia contro la pedofilia? Secondo i ricercatori del Georgia Tech’s Mobile Robot Lab è doveroso iniziare uno studio in tal senso: risultati positivi non sono garantiti, ma si potrebbe realmente scoprire che la strategia può inibire le violenze contro i minori.