Anche i droni italiani dovranno pagare l'assicurazione. I piccoli velivoli radiocomandati, che si stanno sempre di più diffondendo in ambito civile, dovranno dunque essere assicurati a partire dal 30 aprile.
A stabilirlo è stato il Regolamento sui cosiddetti “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto”, pubblicato dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), che farà scattare l’obbligo di un’adeguata copertura assicurativa tra circa due mesi per i velivoli senza pilota.
Secondo le stime di Assorpas, l’associazione che riunisce le imprese che operano con i droni, in Italia volano attualmente circa 300-500 droni utilizzati in operazioni specializzate in ambito civile, che dovranno essere tutti assicurati per poter continuare ad operare.
Per cosa sono utilizzati attualmente in Italia? Soprattutto nelle riprese TV e cinematografiche ma anche nel controllo di grandi installazioni come reti elettriche, dighee impianti industriali, nel monitoraggio dei terreni agricoli, delle aree urbane o dell’ambiente. Sono da 300 a 400 le aziende italiane che li utilizzano, ma tale cifra è in continua crescita.
“È urgente trovare soluzioni veramente professionali a questi nuovi rischi”, ha spiegato Benito Pagnanelli, presidente della PRS. “Gli assicuratori italiani devono affrettarsi a risolvere i problemi di copertura per il rischio-droni, che presenta aspetti innovativi e sui quali mancano esperienze e statistiche. Soprattutto in ambito internazionale, esistono già assicuratori disposti a prestare coperture per i rischi di responsabilità civile verso terzi ed anche per eventuali danni agli stessi mezzi volanti”.
Francesca Mancuso
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