Robot: si chiama Ecobot l'automa alimentato da escrementi umani

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Robot in grado di produrre energia elettrica a partire dai rifiuti umani. L'idea forse potrebbe far storcere il naso ma è quello su cui stanno puntando i ricercatori del Bristol Robotics Laboratory. Dal 2002 gli esperti sono impegnati nella progettazione degli Ecobot. L'ultimo dispositivo realizzato è Ecobot-III, ed è pensato per funzionare utilizzando i nostri escrementi.

Come per noi il cibo funge da “carburante”, allo stesso modo i nostri rifiuti diventano il motore che aziona l'operato di questi robot. È un'idea su cui si lavora da tempo, almeno dal 2002, in quel di Bristol ma adesso, finalmente si è giunti ben oltre i semplici tentativi iniziali.

La visione dei robot in grado di entrare a contatto col mondo naturale degli organismi viventi ha iniziato a prendere forma in molti laboratori di tutto il mondo. Anche la NASA da tempo mostra particolare interesse per l'alimentazione dei robot spaziali con i microbi. Ma nei pionieristici laboratori britannici, il sogno di molti ricercatori è reale, o quasi

Tre sono i prototipi già realizzati nei Laboratori di Bristol. Il primo Ecobot, risalente al 2003, era dotato di una cella a combustibile alimentata dal famoso batterio E. coli e dallo zucchero raffinato. Già, proprio il batterio che ha provocato il panico in mezza Europa, neanche un anno fa.

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Il secondo prototipo, Ecobot-II, realizzato nel 2005, era stato pensato invece per eliminare le mosche morte, i gusci di gamberi e le mele marce. Ma entrambi gli esemplari presentavano un problema: quello dei rifiuti. Essi infatti finivano per “incepparsi” proprio a causa della spazzatura che accoglievano al loro interno.

Tale difficoltà ha spinto gli scienziati a realizzare il modello attuale, l'Ecobot-III, dotato di celle a combustibile microbico (MFC) in grado di digerire la materia organica e distruggere i i rifiuti. "EcoBot-III è un robot che raccoglie il suo cibo e l'acqua dall'ambiente" ha dichiarato Ioannis Ieropoulos, esperto di robotica presso il Bristol Robotics Laboratory. "I robot che mangiano sostanze biologici riusciranno a trovare abbastanza carburante quasi ovunque", ha aggiunto John Greenman, microbiologo del laboratorio. "C'è materia organica ovunque sulla Terra. Foglie nelle foreste, ma anche rifiuti umani, come l'urina e le feci". Poveri robot.

Ancora oggi i robot devono rifornirsi di carburante o ricaricarsi come qualsiasi oltro gadget elettronico. In questo modo, invece, tale problema verrebbe risolto. E i robot di nuova generazione potranno autosostenersi mangiando dagli insetti morti ai rifiuti vegetali in decomposizione fino ai rifiuti umani.

La ricerca ha ottenuto i finanziamenti dalla Bill and Melinda Gates Foundation, e anche la NASA sta già bussando alla loro porta per creare un robot alimentato da feci umane, utili agli astronauti in orbita soprattutti per i futuri voli spaziali, che puntano a raggiungere mete sempre più lontane, Marte ad esempio.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific American.

Francesca Mancuso

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