Il cubo di Rubik non ha segreti per la realtà aumentata: Martin Španěl ha infatti sperimentato un software, il Rubik Solver, che aiuta a risolvere l’enigma in meno di venti mosse e che non richiede memorizzazione. Una fotocamera, la soluzione incorporata e la realtà aumentata che porta davanti agli occhi dell’utente le mosse da compiere.
Il software è programmato con la soluzione di Herbert Kociemba, il matematico che collaborò nel 2010 all’ottenimento del metodo a 20 mosse. Con il segnale ricevuto da una fotocamera che scansiona le facce, l’applicativo proietta sul display le operazioni necessarie a risolvere il cubo, il tutto grazie alla realtà aumentata.
In poche parole un tutorial che mostra all’utente i passi da compiere per arrivare alla fine, con il vantaggio di non essere un freddo video, ma uno strumento che proietta davanti ai nostri occhi la realtà, riprogrammata con la soluzione.
Un gioco da ragazzi? Purtroppo lo stesso Španěl ha ammesso che la sua invenzione non è perfetta, perché ancora molto lenta e soprattutto incapace di riconoscere una mossa sbagliata, per cui ogni volta che si commette un errore nella sequenza bisogna ricominciare tutto dall’inizio.
L’inventore spera tuttavia di rilasciare al più presto una versione più veloce del Rubik's Solver con un codice open source, in modo da rendere disponibile il software agli interventi del popolo dell’informatica, ma soprattutto di realizzarne uno più potente che preveda più scelte nel metodo di risoluzione.
Finirà l’enigma? Beh la realtà virtuale e quella aumentata ci hanno fatto vedere l’impossibile, ma per chi ama ancora il mistero, sarà probabilmente ancora divertente riuscire “alla vecchia maniera”, per poi confrontarsi, alla fine, con l’intelligenza artificiale. E chissà che non si scoprano altri metodi ora sconosciuti.
Roberta De Carolis
Foto: Martin Španěl via Popular Science
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