SpaceX Dragon è partito dalla base di Cape Canaveral, in Florida, e, al suo interno, cela un carico davvero innovativo. Per la prima vola, infatti, la Nasa lancia nello spazio una stampante 3D. Una scelta considerata dai più come un enorme passo avanti per l'esplorazione spaziale.
L'idea di produrre oggetti nello spazio è praticamente antica quanto l'idea del viaggio stesso. Trasportare suppellettili e strumenti in orbita richiede però una notevole quantità di carburante. E, ovviamente, a risentirne sono i costi. Ecco perché il richiamo di una macchina per fabbricare utensili, parti di ricambio o anche intere strutture direttamente in orbita è stato subito accolto con entusiasmo.
Ci sono voluti anni per sviluppare un sistema che passasse con successo i controlli di sicurezza rigorosi della Nasa. Per non parlare del problema relativo alla gravità zero. Brad Kohlenberg, ingegnere presso Made In Space, la società che ha sviluppato e costruito la stampante 3D, ha raccontato il processo di progettazione di una macchina per lavorare nello spazio. "Il processo di stampa è molto simile a quello delle stampanti 3D terrestri", ha spiegato Kohlenberg, "ma gli adeguamenti necessari per rendere il lavoro di stampa in micro gravità e a bordo del sistema a circuito chiuso della ISS hanno richiesto la costruzione di una nuova stampante da zero".
La Nasa aveva richiesto la costruzione di un progetto simile nel 2010 e la società Made In Space ha speso migliaia di dollari in tecnologie e prove tecniche di stampa. Alla fine, la macchina è stata costruita ed è stata testata nel corso di centinaia di voli di prova nel Boeing 727 dell'agenzia spaziale, che simula l'assenza di gravità durante i suoi tragitti.
Una volta sulla ISS, la stampante sarà installata nel modulo Microgravity Science Glovebox, un vero e proprio ambiente in cui gli esperimenti vengono eseguiti in condizioni di microgravità. Il team di Made In Space sarà in grado di utilizzare la stampante in remoto dalla Terra e le stampe saranno rese possibili mediante appositi strumenti denominati "coupon di prova" che, come spiega Kohlenberg, sono progettati per dimostrare "che il processo funziona allo stesso modo sulla ISS come qui, nel nostro laboratorio".
Un viaggio importante, dunque, quello di Dragon, l'unica navetta cargo in grado, oggi, di portare i materiali sulla ISS. Quei piccoli frammenti di plastica aiuteranno Made In Space a completare la messa a punto della successiva generazione di stampante 3D, che sarà lanciata in orbita il prossimo anno. “È un punto di riferimento per l'umanità", dice Aaron Kemmer, il CEO di Made In Space, in una dichiarazione relativa al progetto. "Per la prima volta nella storia umana, saremo in grado di utilizzare utensili e produrli a distanza dalla Terra".
Federica Vitale
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