Le stampanti 3D ora generano pistole metalliche. Che sparano. Questo l’annuncio della Solid Concepts, azienda californiana di tecniche per le stampe tridimensionali. L’arma, una M1911 calibro 45, è in grado di replicare un analogo commerciale fino ai minimi dettagli, ed è stata capace di sparare efficacemente 50 proiettili. Il dibattito sull’associazione stampa 3d e armi si fa ora più acceso.
La pistola, prodotta come un multilayer da 40 micron, è stata realizzata con un processo di sinterizzazione laser, senza un successivo rinforzo del metallo. “L' acciaio inossidabile 17-4 non è stato post trattato termicamente, poiché questo l’avrebbe rinforzato – ha spiegato a questo proposito Eric Mutchler, Project Engineer presso la Solid Concept - Abbiamo voluto testare il materiale prima in una forma grezza. Possiamo ancora usare il trattamento termico e ulteriori superleghe Inconel 625 e 718, per provare che la nostra 1911 non dà alcun segnale di guasto”.
Sembra inoltre che l’arnese consenta un ricambio veloce del componenti, semplicemente ristampando dopo le dovute correzioni sul design. Stando alle parole dei tecnici della ditta, anche un problema alla batteria dovrebbe essere stato risolto. Il test è stato ripetuto senza errori più di 600 volte, quindi il prototipo può dirsi del tutto collaudato.
Nel tentativo di dimostrare ufficialmente la forza e la capacità della pistola, l’azienda ha anche sottoposto l’arma a pressione, forza e calore elevati, mediante oltre 500 cicli continui. “La canna è stata pulita usando esclusivamente i nostri utensili manuali – ha continuato Mutchler – La parte dedicata allo sparo è stata sinterizzata strato dopo strato, proprio come il resto dei componenti della pistola […]. Come richiede l’Atf (agenzia governativa statunitense preposta a indagare sui reati federali relativi all'uso, alla fabbricazione e al possesso di armi da fuoco ed esplosivi, N.d.R.), la nostra 1911 ha un numero di serie unico”.
In realtà, comunque, il procedimento di stampa 3D impiegato dall’azienda è molto complesso, tanto che gli stessi tecnici parlano di una tecnologia molto costosa e quindi distante ancora parecchi anni da quanto è possibile fare con le "tradizionali" stampanti 3D a base di materiali plastici/polimerici.
Ma siamo comunque così vicini alle armi fai-da-te?
RDC
Foto: Solid Concepts
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