Entro il 2020 con ogni probabilità l'alta moda vedrà esibire abiti realizzati con una stampante 3D e non più con le più tradizionali macchine da cucire: lo ipotizza l'inventore e futurologo Ray Kurzweil, secondo quanto scrive LiveScience.
Nel febbraio scorso, la famosa ballerina di burlesque Dita Von Teese ha fatto un ingresso teatrale in una conferenza tenutasi presso l'Ace Hotel di New York, indossando, non a caso, proprio un abito stampato 3D tempestato di Swarovski.
A disegnarlo sono stati Francesco Bitonti e Michael Schmidt (gli stessi che pensano abiti per Lady Gaga e Tina Turner), i quali hanno confessato come il tutto sembri “un po' irreale”. “C'è una precisione - hanno detto - che non siamo abituati a trovare nel mondo fisico".
Una precisione, tuttavia, che non si accosta solo alle elite: la società Continuum Fashion, ad esempio, da tempo si occupa di realizzare abiti su misura per il consumatore medio. Il primo è stato un bikini, ovviamente prodotto con una stampante 3D, costituito da piccoli dischi di nylon circolari.
Anche se molto più conveniente di un abito tempestato di cristalli, lo stesso bikini potrebbe comunque lasciare la sua impronta nel vostro portafoglio. Tra prenotazione e prezzo alla vendita parliamo di circa 275 dollari.
Il fruturo della moda, dunque? Bitonti non ha dubbi: “Nel mondo degli accessori bisognerà attendere due o tre anni prima di vedere solo borse e scarpe realizzate con stampanti 3D, ma entro dieci anni vedremo decollare anche l'abbigliamento nei più tradizionali negozi”.
Si tratta di una “una nuova rivoluzione industriale". Sarà “la svolta della moda”.
Augusto Rubei
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