È la stampa 3D la nuova frontiera della tecnologia. E grazie alle innovative applicazioni sulle quali si basa. Non solo produzione di oggetti, dunque, ma anche di organi umani e, oggi, persino di vestiti di alta moda. Se ne parla nel corso della Settimana della Moda di Parigi e grazie alla stilista olandese Iris van Herpen che ha lanciato la sua personalissima collezione creata esclusivamente in 3D.
Il modello è stato prodotto da Materialise, una società belga che realizza su commissione oggetti con la stampa 3D. Il materiale che viene utilizzato è flessibile e totalmente funzionante per la stampa in 3D. Le sue proprietà, infatti, gli consentono di assorbire gli urti ma, al tempo stesso, realizzare strutture rigide o pieghevoli. Molto simile alla gomma, quindi, ma ancor più resistente.
Il materiale in questione, prima di essere pronto per la stampa, viene digitalizzato. Da questo processo, ne vengono eliminate imperfezioni e adeguato alla stampa. Dopodiché, si procede proprio alla stampa. Infine, un laser UV ne scansiona il modello mediante una resina lucida che ne indurisce i contorni e gli dà forma.
“Per la prima volta abbiamo lavorato con Iris van Herpen alla produzione di una creazione ibrida che comprende strutture uniche, trasparenti e simili a ossa, il tutto utilizzando la Stereolitografia Mammoth”, racconta Sven Hermans, Account Manager di Materialise. Una tecnica che rende il vestito unico nel suo genere e, soprattutto, privo di cuciture e realizzato su misura della persona. E, a proposito dei modelli della stilista, Hermans continua: “La stampa 3D fa quello che nessuna altra forma di produzione di abiti può fare quando è necessario creare forme complesse in tempi rapidi e in un unico pezzo”.
Una soluzione questa che ha visto anche l'approvazione ed il supporto dell'Unione Europea. Viste le diverse applicazioni che la stampa 3D comporta, e l'evoluzione che oggi questa nuova tecnologia fornisce, l'UE ne favorisce la ricerca e lo sviluppo. “Materialise è un eccezionale esempio di innovazione nell'Unione Europea”, dichiara Michael Jennings, portavoce della Commissione Europea Responsabile per la Ricerca. “I settori della cultura e della creatività che oggi beneficiano di questa tecnologia rappresentano il 3,3 per cento dell'economia europea e danno lavoro a 6,7 milioni di persone. Così ora abbiamo un processo produttivo di successo sviluppato in Europa che supporta uno dei nostri principali settori dell'export”.
Le possibilità offerte da questa nuova frontiera, quindi, sono davvero illimitate. Non solo giocattoli od oggetti per la casa. Dopo essere approdati nella medicina, il settore moda non ne è stato immune.
Federica Vitale
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