Stampa 3D: i 6 progetti del futuro

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Stampare oggetti in tre dimensioni ormai è realtà, ma alcune cose sembrano ancora futuribili. Invece non lo sono: lo affermano 6 scienziati impegnati in questi progetti da sogno. E nessuno di loro tentenna, perché tutti sono convinti che presto ogni cosa sarà possibile. Non usano dunque il se nel riferirsi ai loro obiettivi, ma il quando.

stampa_robot

Hod Lipson, esperto di robotica e supervisore del progetto Fab@Home presso la Cornell University (Ithaca, New York, Usa), intende stampare un robot intero. Attualmente il progetto consiste nel trovare il modo di stampare tutti i componenti del robot contemporaneamente, visto che la stampa delle componenti singole è già realtà. Solo la batteria però, implica l’utilizzo di materiali differenti, tra i quali la carta che nelle batterie commerciali si usa per separare i due poli. “L’ironia della sorte vuole che sia proprio la carta a non poter essere stampata” afferma Lipson, che quindi ha risolto il problema usando una sorta di gel, il quale tuttavia per ora rende questo tipo di batteria con un’efficienza pari alla metà di quelle commerciali. “Ma migliorerà” assicura lo scienziato.

FabSchool

Lo stesso Lipson è impegnato anche nel progetto Fab@School, allo scopo di portare in tutte le scuole una stampante 3D. I prezzi di questa tecnologia sono infatti crollati negli ultimi anni, rendendola accessibile anche a piccole e medie imprese. Secondo lo studioso il loro utilizzo nelle scuole favorirebbe metodi didattici avanzati. Egli infatti afferma: “Si potrebbero trasmettere meglio i concetti di matematica e scienze, come il volume. Persino la storia si potrebbe insegnare in modo più efficace, stampando ad esempio oggetti antichi”.

Digital_Chocolatier

All’automazione in cucina pensa invece Marcelo Coelho, già inventore della Cioccolateria Digitale, che ora vuole spingersi più in là, e riuscire ad ottenere una stampante di cibo universale, il Fabbricatore Digitale, in grado di miscelare ingredienti nella giusta proporzione, calcolando non solo la temperatura, ma anche calorie, vitamine, e contenuto di minerali. Un sogno? Coelho non la vede così, anzi usa il futuro semplice, affermando che questa invenzione “coprirà il secolare gap esistente tra la pratica in cucina e il design”. Sottolinea infatti come in effetti l’automazione in cucina non è mai stata rivoluzionaria, e, tolto quale apparecchio elettrico per miscelare, scaldare o raffreddare, gli utensili presenti nelle cucine siano sostanzialmente gli stessi da molto tempo.

D-Shape

Una casa fatta di Luna: espressione romantica ma che si riferisce ad un progetto concreto, quello portato avanti da Enrico Dini, l’inventore della stampante 3D D-Shape, in grado di creare oggetti con curve che non si possono ottenere con una stampante 3D classica, e quindi efficiente strumento con cui ottenere delle vere e proprie sculture con cui abbellire gli ambienti dove si vive o si lavora. Ma Dini ora vuole spingersi oltre, e produrre oggetti fatti con la polvere lunare. Un progetto non privo di difficoltà, soprattutto economiche, visto che portare sulla Luna la stampante non è nelle possibilità dello scienziato, e attualmente non c’è motivo che possa spingere i governi a finanziare un simile viaggio. D’altro canto ci sono anche difficoltà pratiche, perché la strumentazione dovrebbe essere resa tale da entrare in una navicella spaziale. Dini tuttavia non demorde, e per ora sta usando materiale terrestre vulcanico che simula quello lunare, e sta effettuando esperimenti in condizioni di bassa gravità.

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Risolvere il problema dei trapianti stampando organi: questo invece il progetto di Antony Atala, specialista di medicina rigenerativa presso la Wake Forest University (Winston-Salem, North Carolina, Usa). Lo scienziato ha infatti già dimostrato che la stampa di tessuti umani è possibile e ha spiegato durante un recente meeting come questo si possa realizzare in pratica. Da qui l’idea di estendere il tutto, facendo uno scanning di un iniziale piccolo pezzo di tessuto, e quindi stampando strato su strato un organo intero, mediante l’utilizzo di una stampante bio-compatibile.

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Molti di questi progetti incontrano una grande difficoltà dovuta all’impossibilità attuale di stampare più cose contemporaneamente ma anche di alcuni tipi specifici di materiali. Non è infatti ancora realizzabile la modulazione di ogni proprietà fisica, come ad esempio la densità. Ma Neri Oxman, studiosa di origine israeliana, sta sviluppando un sofisticato software in grado di modulare un numero di parametri molto più alto di quello attuale. Se il programma funzionerà, le stampanti 3D riusciranno a superare questo grosso limite attuale.

Roberta De Carolis

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