Sfruttare le proprietà del suono e manipolare qualsiasi tipo di materiale, anche singole cellule senza toccarle. Insomma, muovere liquidi e oggetti nell'aria vincendo la forza di gravità.
L'impresa, descritta sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, è riuscita a un gruppo di ricercatori del Politecnico di Zurigo guidato dall'italiano Daniele Foresti. Una tecnica di 'levitazione acustica', che secondo l'equipe offre potenziali applicazioni nel campo della chimica e produzione di farmaci.
Il levitatore, che permette di muovere oggetti con una sezione fino 7 millimetri, può infatti muovere gocce di leghe metalliche fuse che possono essere miscelate insieme per formare nuovi materiali oppure componenti solide e liquide, evitando qualsiasi interazione o comunicazione.
L'idea di Foresti, appena 29 anni, è stata quella "di usare tanti levitatori, l'uno vicino all'altro, e capire come far passare la 'palla' da uno all'altro, guidando in questo modo il movimento di un oggetto".
Il segreto della scoperta del team svizzero è invece tutto nella sua geometria, "come in una chitarra dove la forma fa praticamente tutto, il mantenere il controllo delle onde e la risonanza ".
Alcuni degli esperimenti svolti dall'equipe sono stati anche di tipo biologico, dimostrando i vantaggi della levitazione anche per la trasfezione del Dna.
"La levitazione acustica - ha spiegato il giovane ricercatore italiano - non l'abbiamo di certo inventata noi. Strumenti per la levitazione acustica, ossia usare onde sonore per mantenere in aria piccoli oggetti, esistevano già da decenni ma si tratta di una levitazione statica in cui gli oggetti vengono mantenuti in equilibrio in un punto".
“Si tratta di uno strumento - ha proseguito Foresti - che potrebbe avere applicazioni in molti campi, come ad esempio in quello farmaceutico ".
Augusto Rubei
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