Quanto vivremo? Non serve un indovino. A stimare il tempo che ancora passeremo sulla Terra è uno scanner, in grado di prevedere il futuro osservando il nostro volto. Nulla di magico, solo tecnologia di riconoscimento facciale.
Quest'ultima, a lungo utilizzata per la ricerca di criminali e di persone scomparse, potrebbe presto diventare personale. Un gruppo di scienziati sta lavorando ad un sistema che analizza le prospettive future di un individuo in base a come il suo viso è invecchiato.
“Sappiamo che alcune persone tendono a invecchiare più rapidamente di altre, e alcuni più lentamente”, ha detto Jay Olshansky, della University of Illinois di Chicago che ha tirato fuori l'idea. “E sappiamo anche che i figli delle persone che invecchiano più lentamente tendono a vivere più a lungo rispetto agli altri”.
Partendo da questo presupposto, Olshansky insieme a Karl Ricanek, informatico della University of North Carolina, ha ideato un sistema di riconoscimento facciale che si basa sulle foto, utilizzando complessi algoritmi.
La tecnologia prevede l'utilizzo di un computer per eseguire la scansione di una fotografia di un volto notandone i segni dell'invecchiamento. Fattori come razza, sesso, livello di istruzione e fumo scrivono la storia del soggetto perché tutti influenzano le prospettive di longevità. Lo scanner analizza poi ogni parte del visto, guancia, occhi, sopracciglia, bocca e mascella alla ricerca di variazioni di ombreggiatura che segnalano linee, macchie scure, rughe e altri cambiamenti legati all'età che potrebbero indicare come la persona sta invecchiando rispetto ad altri della stessa età.
Per andare avanti nella ricerca, gli scienziati sono a caccia di altre immagini per arricchire l'archivio di Face my age. Chiunque può caricare la propria foto da questo sito.
Olshansky, il cui lavoro comprende esplorare i limiti della longevità umana, rallentare l'invecchiamento e studiare la salute e le implicazioni politiche pubbliche dell'invecchiamento individuale e della popolazione, è partito dal presupposto che le persone che vivono più a lungo di solito hanno un aspetto più giovane. Ha poi cercato di tradurre in maniera scientifica questa ipotesi.
Così ha contattato Karl Ricanek, professore di scienze informatiche presso la University of North Carolina a Wilmington, che ha lavorato sulla tecnologia di riconoscimento facciale per la National Security Agency, la CIA e l'FBI. Insieme a un biostatistico e ad altri scienziati informatici, hanno sviluppato un programma per analizzare le fotografie di volti e hanno lanciato Face my age. La banca dati che il team sta sviluppando dovrebbe fornire valutazioni previsioni sempre più accurate.
A cosa serve sapere qual è la nostra aspettativa di vita? Secondo i due scienziati, ci sono potenziali benefici per gli individui: La tecnologia infatti potrebbe spingerli a cambiare le loro abitudini di salute prima che sia troppo tardi.
Sicuri di volerlo sapere?
Francesca Mancuso
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