Avete mai provato molte volte, da bambino, a chiudere gli occhi per provare cosa significhi essere ciechi? C'è chi è costretto a vivere con questo limite ma le tecnologie oggi forniscono validi aiuti, come l'app per iPhone “Be My Eyes”, letteralmente tradotto in “Sii i miei occhi”.
Una di quelle idee geniali nella sua povertà materiale, aiutare un non vedente in ogni aspetto della vita quotidiana, nelle piccole grandi cose di tutti i giorni, come leggere la data di scadenza di un alimento, ricevere un’indicazione stradale e mille altre azioni che, è il caso di dirlo, ai nostri occhi sembrano banali e scontate ma che possono fare la differenza per un non vedente.
L’idea di fondo è mettere a disposizione di chi non vede le capacità visive di chi invece può farlo. Attraverso l’applicazione il non vedente può contattare una rete di volontari che saranno a sua disposizione attraverso un canale audio-video e che, attraverso la telecamera del telefono stesso ed i servizi di positioning, saranno in grado di vedere ciò che vuole l’utente e fornire le informazioni/indicazioni richieste.
La partecipazione al progetto è volontaria, al momento dell’apertura dell’app si effettua un login fornendo le generalità, se si è vedenti o meno e la lingua di preferenza.
Uno degli sviluppatori di Be my eyes, Thelle Kristiansen, spiega: “Siamo molto soddisfatti del lancio, e se la community ci aiuterà ad arruolare volontari e non vedenti in tutto il mondo, a sviluppare ulteriormente l’app e a fare nuove traduzioni, il progetto potrà crescere davvero molto e in tempi rapidi. Già abbiamo ricevuto un gran numero di feedback e pensiamo di lanciare una versione Android in primavera”.
Inoltre rassicura sul corretto utilizzo dell’app ed aggiunge: ”Alla fine di ogni sessione ci sarà la possibilità di valutare o segnalare l’eventuale abuso, sia da parte dell’operatore volontario che dell'utente. Le persone che abusano del sistema saranno escluse dalla rete”.
Andrea Pallini
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