A partire dal 4 luglio 2024, le auto elettriche cinesi importate in Europa saranno soggette a un aumento significativo dei dazi doganali. Questo incremento delle tasse, che si tradurrà in un aumento dei prezzi, riguarderà più di trenta modelli venduti. Ma di quanto aumenteranno i costi? Facciamo due calcoli.
Il 4 ottobre 2023, la Commissione Europea ha avviato ufficialmente un’indagine “antisovvenzioni d’ufficio riguardante le importazioni di veicoli elettrici a batteria destinati al trasporto di persone provenienti dalla Cina”. In pratica, l’UE vuole determinare se il governo cinese stia sovvenzionando i propri produttori automobilistici per esportare massicciamente modelli elettrici in Europa. Queste possibili sovvenzioni, considerate “sleali”, potrebbero costituire una minaccia per i produttori di veicoli elettrici a batteria dell’UE.
Tra un mercato interno che fatica a riprendersi dalla crisi del Covid-19 e gli Stati Uniti, ultra-protezionisti, l’Europa rimane un eldorado per i marchi automobilistici cinesi. L’UE vuole capire se la Cina sta violando le regole del commercio mondiale sovvenzionando i suoi produttori. La Commissione ha inviato un questionario ai costruttori per capire l’origine dei materiali utilizzati nelle batterie, come il cobalto, il litio e il nichel, e se questi fornitori siano società di Stato.
L’impatto delle nuove tasse sui produttori cinesi
In attesa dei risultati definitivi dell’indagine, che terminerà a novembre 2024, la Commissione Europea ha deciso di agire preventivamente. Dal 4 luglio, i dazi sui veicoli elettrici prodotti in Cina aumenteranno dal 10% a percentuali significativamente più alte. Ad esempio, BYD subirà un’ulteriore tassa del 17,4%, mentre SAIC, proprietaria di Maxus e MG, dovrà affrontare un aumento del 38,1% per non aver collaborato con l’indagine.
Per BYD, se l’aumento dei dazi verrà trasferito interamente sui prezzi di vendita, il modello Dolphin passerà da 33.990 € a 39.904 €. Questo aumento di prezzo renderà il modello cinese meno competitivo rispetto alla Renault Mégane, venduta a 36.000 €.
Il caso di MG è ancora più grave. Se la tassa del 38,1% verrà applicata, la MG4 di base aumenterà da 29.990 € a 41.416 €, un incremento di quasi 11.500 €. Questo rappresenta un vantaggio per i concorrenti europei.
L’aumento dei dazi non riguarda solo i marchi cinesi. Anche i modelli europei prodotti in Cina, come la Dacia Spring, le elettriche del gruppo Geely (Lotus, Smart e Volvo) e la Tesla Model 3 assemblata a Shanghai, saranno soggetti a questi incrementi. Tesla, ad esempio, ha già annunciato un aumento dei prezzi dal 1° luglio per la Model 3.
Secondo le stime di L’argus, il BMW iX3 vedrà il suo prezzo salire da 74.200 € a 89.782 €, un aumento di 15.582 €. Anche il Volvo EX30, prodotto attualmente in Cina, vedrà un aumento significativo. Tuttavia, Volvo ha già pianificato di trasferire la produzione in Belgio a partire dal 2025.
Rimane da vedere se questo aumento dei dazi sarà effettivamente applicato dal 4 luglio. La Commissione Europea ha chiarito che la misura entrerà in vigore solo se le trattative con le autorità cinesi non porteranno a una soluzione efficace. Tuttavia, le prime dichiarazioni provenienti da Pechino suggeriscono che ci sarà uno scontro. La Cina ha già minacciato rappresaglie, come l’aumento dei dazi sul cognac francese e sulla carne di maiale spagnola, nonché sulle auto europee con motore termico di cilindrata superiore a 2,5 litri.