Il buco nero situato al centro della Via Lattea, noto come Sagittarius A*, continua a svelare i suoi misteri grazie all’Event Horizon Telescope (EHT). Recentemente, è stata rilevata l’esistenza di campi magnetici strutturati in maniera intensa e spiraleggiante ai suoi margini, fenomeno analogo a quello osservato nel buco nero al centro della galassia M87. Questo ritrovamento apre nuove prospettive sulla presenza di campi magnetici intensi come caratteristica universale dei buchi neri.
La fotografia di Sagittarius A* ha rappresentato un punto di svolta nella ricerca astronomica, analogamente a quanto accaduto precedentemente con il buco nero di M87, il primo mai immortalato. L’Osservatorio Europeo Australe (ESO) sottolinea l’importanza di questa immagine come punto di partenza verso ulteriori scoperte. Nonostante le differenze in termini di dimensione e massa, i due buchi neri mostrano sorprendenti somiglianze che suggeriscono la possibilità di condividere ulteriori caratteristiche oltre all’aspetto visivo.
Studi precedenti hanno già evidenziato come i campi magnetici attorno al buco nero di M87 giocassero un ruolo cruciale nel permettere l’emissione di potenti flussi di materia nello spazio circostante. Ora, l’attenzione si è spostata su Sagittarius A*, dove sono stati identificati campi magnetici intensi e ben organizzati, confermando l’ipotesi della loro rilevanza nel processo di interazione tra i buchi neri e il materiale circostante.
Breaking news: the Event Horizon Telescope team unveils strong magnetic fields spiraling at the edge of Milky Way’s central black hole, Sagittarius A*. This new image suggests that strong magnetic fields may be common to all black holes.
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— Event Horizon 'Scope (@ehtelescope) March 27, 2024
Osservare l’inosservabile
La cattura dell’immagine dei campi magnetici di Sagittarius A* ha presentato sfide notevoli rispetto a quelle incontrate con il buco nero di M87, a causa della rapidità con cui Sagittarius A* modifica la sua apparenza. Gli astronomi hanno superato queste difficoltà utilizzando luce polarizzata e tecniche di osservazione avanzate, collegando otto telescopi in varie parti del mondo per formare l’EHT, un telescopio virtuale grande quanto la Terra.
Tra gli strumenti chiave di questa rete globale si annoverano ALMA e APEX, situati nel Cile settentrionale e gestiti dall’ESO. ALMA, in particolare, grazie alla sua elevata potenza, ha svolto un ruolo fondamentale nella riuscita di queste osservazioni, e si appresta a ricevere un significativo aggiornamento per incrementare ulteriormente la sua sensibilità.
L’obiettivo futuro dell’EHT è di espandere ulteriormente il suo campo d’azione, aspirando non solo a catturare immagini ancora più definite dei buchi neri ma anche a realizzare filmati ad alta fedeltà di Sagittarius A*, per continuare a spingere i confini della nostra comprensione dell’universo.
Fonte: GreenMe