La storia della Luna è più difficile da ricostruire di quanto si è fino ad ora immaginato. Un nuovo studio condotto grazie alla navicella Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa ha messo in luce che il nostro satellite è stato letteralmente bombardato da due popolazioni di asteroidi in un’epoca primordiale.
Le mappe della superficie della Terra ricostruite fino ad ora non sempre riescono a dare informazioni complete, visto che l’azione del vento e dei vari fenomeni atomosferici ha finito per cancellare i segni lasciati dai crateri da impatto. Ma chiaramente per la Luna la cosa è diversa, visto che in assenza di tali fenomeni ha potuto mantenere intatta la propria superifcie.
Nonostante ciò, è stato difficile mappare in maniera completa la superficie lunare. Ma grazie ad alcuni studiosi della Brown University, a Providence, guidati da James Head, oggi possiamo saperne di più.
Attraverso la precisione dell’LRO, che invia impulsi laser sulla superficie lunare e misura il tempo che occorre perché il suo riflesso ritorni alla navicella, il team è riuscito a convertire quest’informazione in un dato altimetrico.
Secondo quanto riferito, gli oggetti che hanno colpito la Luna possono essere categorizzati in diverse ‘popolazioni’, ciascuna con caratteristiche peculiari.
Ha spiegato Head: “Utilizzando il conteggio dei crateri ed analizzando il modo in cui essi si sovrappongono è possibile risalire indietro nel tempo e determinare quando avvenne la transizione da una popolazione di asteroidi all’altra. Il database ottenuto con lo strumento LRO mostra che la transizione avvenne circa 3,8 miliardi di anni fa. I nostri nuovi dati mostrano che la prima ondata di oggetti aveva una quota maggiore di frammenti di grandi dimensioni rispetto alla popolazione che caratterizzo la successiva storia lunare“.
Intanto la scorsa notte centinaia di telescopi hanno osservato la Luna da ogni parte del mondo in seno all’iniziativa internazionale chiamata Moon Watch Party, lanciata dalla Nasa con il suo Lunar Science Institute e in collaborazione con Lunar Planetary Institute e Lunar Reconnaissance Orbiter.