Nel maggio 2024, il numero medio di macchie solari ha raggiunto 172, il valore più alto degli ultimi 22 anni. Questo record potrebbe essere superato già a giugno con una media di 224 macchie solari, secondo i dati di SpaceWeatherLive e SILSO/SIDC. Se la tendenza continua, giugno potrebbe registrare il più alto conteggio di macchie solari dal dicembre 2001.
Le macchie solari sono aree temporaneamente più scure sulla superficie del Sole, causate da intensi campi magnetici. La loro presenza e scomparsa seguono un ciclo di circa 11 anni, influenzando il clima spaziale e le telecomunicazioni terrestri . Questo aumento dell’attività solare è parte del ciclo solare 25, iniziato nel 2019, che si prevede raggiunga il suo picco massimo nel 2025.
Le macchie solari sono regioni più fredde e scure sulla superficie del Sole, chiamata fotosfera. Si formano in aree dove i campi magnetici sono così forti da impedire al calore interno, prodotto dalle reazioni nucleari, di raggiungere la superficie. Nonostante appaiano più scure, queste regioni possono raggiungere temperature di circa 3.700°C.
Durante il ciclo solare, la latitudine delle regioni di macchie solari varia seguendo uno schema chiamato “Diagramma a Farfalla”. All’inizio di un nuovo ciclo solare, le macchie si formano a latitudini superiori e, man mano che il ciclo avanza verso il massimo, si avvicinano all’equatore solare. Questo comportamento è fondamentale per comprendere la dinamica del ciclo solare e prevedere i periodi di maggiore attività.
Impatti delle macchie solari sulla Terra
Le macchie solari possono provocare espulsioni di massa coronale (CME) e brillamenti solari, con potenziali effetti negativi sulle reti di comunicazione e sui satelliti. Recentemente, una macchia solare di classe X ha causato un blackout radio negli Stati Uniti e sull’Oceano Pacifico. Questo picco di attività solare evidenzia l’importanza di monitorare la nostra stella per prevedere possibili impatti tecnologici e migliorare la comprensione dei processi solari.
Durante i periodi di alta attività solare, aumentano anche i brillamenti solari, che possono essere di classe C, M o X, in ordine crescente di intensità. Attualmente, la probabilità di un brillamento di classe C è del 99%, di un brillamento di classe M è del 60%, e di un brillamento di classe X è del 25%. Questi fenomeni possono causare tempeste geomagnetiche sulla Terra, con conseguenti interferenze nelle comunicazioni satellitari e possibili danni alle reti elettriche.
Monitoraggio continuo e previsioni
Gli scienziati utilizzano vari strumenti e osservatori per monitorare continuamente l’attività solare. Il Solar Dynamics Observatory (SDO) e altri satelliti forniscono dati in tempo reale sulle macchie solari e sulle emissioni coronali. Queste informazioni sono cruciali per prevedere l’arrivo di tempeste geomagnetiche e prendere misure preventive per proteggere le infrastrutture tecnologiche sulla Terra.
Comprendere e monitorare l’attività solare è fondamentale non solo per proteggere le nostre tecnologie, ma anche per approfondire la conoscenza dei processi fisici che governano la nostra stella. Le macchie solari, infatti, sono solo una manifestazione delle complesse dinamiche magnetiche all’interno del Sole, e studiando questi fenomeni, possiamo ottenere preziose informazioni sull’evoluzione stellare e sul clima spaziale.
L’attuale aumento del numero di macchie solari e l’intensificarsi dell’attività solare rappresentano un importante campo di studio per gli scienziati. Mentre ci avviciniamo al picco del ciclo solare 25, è essenziale continuare a monitorare la nostra stella per prevenire e mitigare i possibili impatti delle tempeste solari sulla Terra. La ricerca continua e l’osservazione costante del Sole ci permetteranno di migliorare la nostra comprensione di questi fenomeni e di sviluppare tecnologie più resilienti per il futuro.