Mars One: riusciremo veramente a portare l’uomo su Marte entro il 2027? La missione, anche se può sembrare assurda e priva di fondamento scientifico, in realtà è già arrivata già alla selezione di 100 persone, tra le quali ci sono i primi 24 colonizzatori del Pianeta Rosso. Ma c’è chi sostiene che si tratti di un imbroglio pianificato, una vera e propria bufala. Qual è la verità?
Quasi 203 mila adesioni provenienti da oltre 140 Paesi e un reality show per documentare la preparazione dei primi coloni del Pianeta Rosso: ecco cosa è finora Mars One, la missione privata olandese che punta a portare 24 uomini e donne su Marte, con un viaggio di sola andata che ha lo scopo di iniziare ad abitare un pianeta in realtà inospitale e con condizioni di vita proibitive per gli esseri umani.
Molti dunque hanno creduto fosse fattibile, portando ad un così alto numero di proposte, tra le quali diversi italiani. Uno di loro è arrivato tra i 100 finalisti, Pietro Alipranti, 25 anni e laureato in medicina, che, in un’intervista rilasciata a Nextme, ha spiegato: “Quando ho saputo di Mars One non ci ho nemmeno pensato. Vedere la strada spianata verso un sogno che credevo irrealizzabile, mi ha fatto impugnare la videocamera per mandare immediatamente la mia candidatura”.
Ma tra di loro c’è chi non ci crede più, e accusa apertamente la società di aver effettuato le selezioni in un modo quanto meno discutibile. “Ho smesso di parlare pubblicamente di Mars One verso la fine del 2014 – ha raccontato a The Guardian Joseph Roche - Dopo aver completato la fase di intervista ho sentito che il processo di selezione non era stato sufficientemente rigoroso per raggiungere lo standard richiesto dai programmi di selezione degli astronauti tradizionali […] Per scegliere una persona si deve procedere in modo esaustivo e completo”.
Nulla di tutto questo, a quanto pare, in Mars One, che ha puntato, sostiene Roche, più ad aspetti pubblicitari e di coinvolgimento della comunità umana che alla collaborazione con quella scientifica, da cui i dubbi sull’autenticità di una missione così ambiziosa. Che, in realtà, è stata accusata in modo anche peggiore, rivelando dettagli ancora più sospetti.
“Quando ti iscrivi al ‘Mars One Community’ inizi ad accumulare punti – ha spiegato ancora Roche a Medium.com - È possibile ottenere punti attraverso ogni fase del processo di selezione […] e l’unico modo per ottenere più punti è quello di acquistare merce da Mars One o di donare loro soldi”. Partenza comprata o missione inesistente?
Accuse molto pesanti, dalle quali comunque la società si è immediatamente difesa, sostenendo ancora una volta le serie intenzioni e la fattibilità dell’impresa. Che, nonostante possa sembrare fantascientifica, ha ricevuto il credito, almeno sulla carta, di diversi scienziati del settore. La stessa Samantha Cristoforetti non pone il veto.
“Un viaggio suicida di sola andata probabilmente è già possibile […] – ha dichiarato l’astronauta - Dipende sempre da quanto si investe. Se si investisse una quantità infinita di denaro, si potrebbe andare su Marte molto presto, ma realisticamente, con i finanziamenti che hanno i programmi spaziali oggi, è chiaro che ci vorrà del tempo. È tutta una questione di priorità”.
Solo una questione di soldi e priorità, o imbroglio architettato a fini pubblicitari? Non è ancora possibile conoscere la verità, ed è chiaro che una missione come questa non può prescindere dalla risonanza mediatica e le selezioni non possono non indagare la convinzione psicologica degli aspiranti marsonauti. Ma che poi la cosa si concretizzi, è ancora al di là da venire.
Roberta De Carolis
Foto: Medium.com
Credit: Elmo Keep
Bryan Versteeg/Mars One
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