'Ecco perche' voglio essere il primo italiano ad andare su Marte': intervista a Pietro Aliprandi

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Nel 2024 potrebbe essere uno dei primi uomini a sbarcare su Marte. È italiano e si chiama Pietro Aliprandi. È l'unico nostro connazionale scelto da Mars One e inserito nella sua top 100, la lista di candidati da cui saranno selezionati i 24 “marsonauti”.

Ha appena 25 anni ma determinazione da vendere. Oggi la missione prevede un viaggio senza ritorno in cui uomini e donne dovranno creare un avamposto umano sul pianeta rosso, partendo da zero. Un'impresa mai tentata e che sicuramente avrà un impatto psicologico pesante sui suoi partecipanti.

Pietro ha deciso di raccontare a NextMe.it perché vuole essere il primo italiano a volare su Marte e perché non ha paura:

Ciao Pietro, raccontaci un po' di te. Chi è il primo italiano che potrebbe mettere piede su Marte? E cosa ti ha spinto a provarci?

Sono nato a Trieste nel 1989; sono cresciuto a Conegliano dove mi sono diplomato al Liceo Classico nel 2008, per poi tornare a Trieste per intraprendere gli studi di Medicina e Chirurgia. Anche questi volgono al termine, la discussione della mia tesi, in Neuropsicoanalisi, è prevista per la fine di marzo. Dallo scorso anno sono anche socio del Mensa. Oltre alla carriera scolastica, mi sono sempre interessato alla scienza da un lato, e all'arte dall’altro. Da piccolo ho sempre divorato libri di astronomia e romanzi di fantascienza, mentre al liceo mi sono unito a una compagnia teatrale come attore e successivamente regista.

Durante l'università ho trovato il tempo di scrivere un romanzo fantasy (un po’ acerbo e naif, a mio avviso, ma comunque un “mattoncino” da 830 pagine) e di trasporlo in lungometraggio (ulteriori informazioni su www.cittadibronzo.it). Lo so, ho interessi molto divergenti tra loro, ma se la mia carriera non dovesse essere quella offertami da Mars One, prevedo di frequentare un master di regia all’estero, nel tentativo di combinare la passione per lo spettacolo allo studio dell’uomo e della sua psiche, nell’idea che il cinema sia un ottimo strumento per tale ricerca.

Ma rimanendo con i piedi per terra, o per meglio dire su Marte, quando ho saputo di Mars One non ci ho nemmeno pensato. Vedere la strada spianata verso un sogno che credevo irrealizzabile, mi ha fatto impugnare la videocamera per mandare immediatamente la mia candidatura.

2024, si parte per Marte. Viaggio di sola andata. Sei pronto? Cosa ti spaventa di più?

Sono pronto, l'importante è tenere a mente che è una missione di colonizzazione e non di semplice esplorazione. Per creare una colonia stabile, bisogna rimanerci. Ciò che mi spaventa di più è l'aspetto psicologico: solo una forte motivazione può proteggere dall'elevato stress cui gli astronauti andranno incontro. Ma è anche vero che nessun essere umano ha mai affrontato un’impresa simile, perciò, nonostante anni di preparazione, non possiamo davvero sapere cosa aspettarci.

Ci racconti come sei stato selezionato? Secondo te perché sei stato scelto tra 200.000 candidati?

Per partecipare al “concorso” era richiesto l’invio di un breve filmato di presentazione e di una lettera in cui si rispondeva ad alcune domande. Dei 202.586 interessati, 1.058 sono stati scelti sulla base di questo materiale, entrando così nel secondo round. Sono quindi stato sottoposto ad alcune visite mediche che certificassero la mia buona salute, e tra non idonei e alcuni rinunciatari siamo rimasti in 660. Lo scorso gennaio ho avuto un colloquio in videoconferenza con Norbert Kraft, responsabile medico di Mars One e capo del comitato di selezione. Colloquio che mi ha dato accesso al terzo round, inserendomi tra i 100 candidati e rendendomi l'unico italiano ancora in gara.