L'uomo su Marte dovra' vedersela coi perclorati

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L'uomo su Marte dovrà vedersela con i perclorati. Tra le sostanze chimiche trovate sul pianeta rosso nel corso delle esplorazioni, il perclorato potrebbe sì aumentare le probabilità che la vita microbica esista, ma potrebbe anche mettere a rischio la salute dei futuri equipaggi destinati a esplorare Marte.

I perclorati sono sostanze chimiche caratterizzate da elevata tossicità in quanto impediscono l'assorbimento dello iodio nel corpo umano. Rilevati nel suolo marziano dal NASA Phoenix Lander cinque anni fa, nel maggio 2008, la loro presenza è stata nuovamente confermata dal rover Curiosity che ha trovato perclorati all'interno del cratere Gale, dove è atterrato lo scorso anno ad agosto 2012.

Trovare perclorato di calcio "è stato uno dei nostri risultati più inaspettati", ha detto Peter Smith, il ricercatore principale di Phoenix presso la University of Arizona di Tucson. Secondo lo scienziato, i microbi sulla Terra usano il perclorato come fonte di energia, per alimentarsi. Infatti, quando c'è troppo perclorato nell'acqua potabile, i microbi sono usati per ripulirla.

Inoltre, la presenza di elevate concentrazioni di perclorato potrebbe essere in grado di ridurne drasticamente il punto di congelamento. Con implicazioni molto importanti. Peccato però che gli alti livelli di perclorato trovati su Marte sarebbero tossici per gli esseri umani. Ne basterebbero anche piccole quantità per compromettere la salute dell'uomo, ad esempio la funzionalità della tiroide. Per questo chi dovrà affrontare un viaggio su Marte dovrà essere pronto a difendersi dai veleni presenti sulla sua superficie

"La sua presenza è una buona notizia per la possibilità di trovare vita su Marte, ma è una notizia molto, molto cattiva per gli esseri umani” ha detto McKay a Space.com. Ancora una volta, Marte è pieno di sorprese.

Non tutto è perduto. La gestione dell'esposizione al perclorato su Marte è vista infatti in maniera non molto diversa da quella all'uranio, al piombo o ad altri metalli pesanti presenti ad esempio nelle miniere, dove vengono utilizzate delle tecniche per ridurre l'esposizione del corpo. Altre idee suggerite dal gruppo di studio includono uno spray lavabile che può pulire abiti ed attrezzature dai depositi di polvere.

Tra le altre proposte al vaglio anche la possibilità di utilizzare tute particolari che isolerebbero dal contatto con tali sostanze e che andrebbero indossate attraverso una paratia. Le tute sarebbero poi sigillate dall'interno. Così, i marsonauti eviterebbero di entrare in contatto con materiali esterni.

Francesca Mancuso

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