Texas, scoperta una banca segreta di DNA di neonati

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Il diritto alla privacy genetica è in discussione in America, nella regione del Texas. Qui infatti, il Dipartimento di Stato del Texas Health Services (DSHS), ossia i funzionari della sanità texana hanno utilizzato segretamente alcuni campioni di sangue dei neonati per creare un immenso database federale del DNA.

A rivelarlo è stata un'inchiesta svolta dal giornale "The Texas Tribune". Già in passato, nel 2002, vi era stata una querelle tra il DSHS e alcuni genitori, quando il dipartimenro di stato sulla salute aveva preso accordi con la Texas A & M University per conservare i campioni di sangue da destinare alla ricerca medica. I genitori avrebbero citato così in giudizio la DSHS perché aveva utilizzato i campioni, sebbene i genitori stessi non ne avessero dato il consenso.

Ma la questione adesso è un'altra. Il giornale ha rivelato che tra il 2003 e il 2007, il DSHS ha anche inviato 800 campioni di sangue anonimi alle Armed Forces DNA Identification Laboratory (AFDIL) per contribuire a creare una banca dati nazionale del DNA mitocondriale.

Non solo. La questione valica i confini nazionali e a quanto pare si espande, almeno nelle intezioni, in ambito internazionale: obiettivo finale sarebe stato, secondo The Tribune, la creazione di una banca dati del DNA internazionale che potrebbe tornare utile per rintracciare persone scomparse e casi simili.

Ma perché il DSHS vuole fare tutto segretamente? Tenta di spiegarlo alla Tribune un funzionario della salute del Texas: "La privacy genetica è un grande problema etico. Anche se l'approvazione delle norme sulla privacy è necessaria per i luoghi e le situazioni, più grande cura è necessaria per proteggere questo settore". E aggiunge: "Un comunicato stampa, molto probabilmente potrebbe solo generare pubblicità negativa". Dove sarà il mistero?

Francesca Mancuso

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