Stephen W. Hawking, il grande astrofisico, non c’è più. Il 14 marzo ci ha lasciati, ma le sue opere e le sue scoperte non ci lasceranno mai. La sua produzione scientifica (e umana) è stata immensa e i suoi contributi al sapere umano inestimabili.
Dalle teorie sulle origini del cosmo, agli interrogativi sulla possibilità di viaggiare nel tempo, Hawking ha rivoluzionato l’astrofisica. E non è stato solo un grande scienziato, ma anche un incredibile divulgatore che ha saputo comunicare la scienza ai non esperti, anche qui con una produzione letteraria ampia e di qualità.
Ateo convinto, ha cercato di districarsi tra le teorie sulle origini del cosmo che partissero da dati scientifici, “senza disturbare Dio”. Il tutto, nonostante la sua terribile malattia neurodegenerativa, simile alla Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla), che gli ha tolto progressivamente la forza nei muscoli.
Ma quali scoperte ricorderemo? Moltissime probabilmente. Ecco alcuni esempi di contributo alla scienza e al dibattito scientifico che non moriranno con lui.
L’Universo è in espansione
Hawking era un espansionista convinto. E se pensiamo che in questo non sia stato un innovatore, basti ricordare che per questa sua convinzione si è “scontrato” anche con il grande Albert Einstein. Il grande scienziato tedesco (nato, ironia della sorte, proprio il 14 marzo) riteneva infatti l’Universo statico, a tal punto dal modificare con una costante cosmologica la sua stessa teoria della relatività per “far tornare i conti”.
Viaggi nel tempo? Sì, sono possibili
Viaggiando ad una velocità vicina a quella della luce si può “rallentare il tempo”. L’equipaggio di un’astronave che viaggi ad una simile velocità potrebbe infatti riuscirci per chi è a bordo, mentre fuori tutto scorre regolarmente. L’equipaggio, quindi, potrebbe tornare prima di essere partito.
Ma se vogliamo fare “un salto”? Ci sono i buchi neri. “Un buco nero ha un effetto drammatico per il tempo – scriveva - rallentandolo molto più di ogni altra cosa nella galassia. Questo lo rende una macchina del tempo naturale". Oggetto di anni e anni di studio per il grande astrofisico, sono loro la porta dei viaggi nel tempo.
E non solo: dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, tali viaggi sono possibili anche a livello atomico, nella 'schiuma quantistica', il luogo dove si viaggia nel tempo, all'interno di minuscole gallerie e scorciatoie attraverso lo spazio e il tempo.
I buchi neri “spariscono” e non sono così neri

Considerati da molti la morte di qualsiasi cosa, i buchi neri, secondo Hawking, non sono però statici, e in realtà non sono nemmeno del tutto neri. Non è vero infatti che nulla può uscire da loro. Questi infatti possono diventare più piccoli e addirittura “evaporare” a causa di una radiazione ribattezzata poi come, ‘radiazione di Hawking’, radiazione termica emessa dai buchi neri a causa degli effetti quantistici.
Ma se i buchi neri possono “sparire” per via di una radiazione da loro stessi emessa, questo significa che non sono mai del tutto neri, e che quindi materia ed energia non possono solo entrare nel buco nero, ma anche uscire. Teoria rivoluzionaria che tuttora suscita dibattiti e lascia intravedere un futuro diverso per cosmologia e astronomia.
Buchi neri: la via per gli universi paralleli
Cosa accade a un oggetto fisico quando finisce all'interno di un buco nero? Proprio perché forse non sono del tutto neri, i buchi neri trattengono l'informazione, che viene mantenuta parzialmente nelle particelle a due dimensioni sull'orizzonte degli eventi, la sfera che circonda il buco nero. La stessa informazione potrebbe riemergere nel nostro universo o anche in un universo parallelo, attraverso la radiazione che porta il nome del grande astrofisico.
Gli alieni? Esistono e sanno che esistiamo
Hawking credeva nella vita aliena, e sosteneva che gli esseri extraterrestri sanno già della nostra esistenza. Per questo aveva lanciato l’iniziativa ‘Breakthrough Initiatives’, con l’obbiettivo si “ascoltare” i segnali trasmessi da un milione di stelle, le più vicine alla Terra.
Annunciato a luglio 2015 e finanziato dal magnate russo Yuri Milner, il programma continua a produrre dati. Notizia proprio recentissima, i ricercatori sono riuscita a captare una nuova radiazione radio proveniente da una galassia lontana. Il progetto, quindi, è vivo più che mai.
Buon viaggio Stephen, che l'Universo ti accompagni.
Roberta De Carolis