Può l’arte raccontare il carcere, rappresentando in modo fedele ed efficace la vita quotidiana e le storie individuali che si consumano tra le mura di un penitenziario? A guardare i gusci di uova di struzzo scolpiti e intagliati dall'artista americano di origini filippine Gil Batle, con le loro immagini dettagliatissime, crude e realistiche, sembrerebbe proprio di sì.
Artista autodidatta, Gil Batle racconta senza censure delle "storie di prigione", delle quali è stato testimone nei vent’anni trascorsi entrando e uscendo da cinque penitenziari diversi della California.
Originario di San Francisco e figlio di immigrati filippini, da giovane Batle ha ricevuto condanne per frode e contraffazione ed è riuscito a sopravvivere alla dura esperienza del carcere grazie alla sua abilità come tatuatore clandestino, autore di disegni articolati e sofisticati sui corpi degli altri detenuti.
Oggi, cinquantatreenne, Batle vive nelle Filippine. Le sue opere, interessanti quanto inquietanti sia per il tipo di supporto scelto - un fragile e candido guscio di struzzo -, sia per la cura estrema, quasi maniacale, dei dettagli, sono in mostra presso la Galleria Ricco/Maresca di New York.
Tra filo spinato, manette, sbarre, episodi di violenza e oggetti di uso quotidiano, i gusci scolpiti di Batle offrono una rappresentazione precisa della vita in carcere, come spiega il comunicato stampa che presenta la mostra.
"Gli uomini violenti che ha conosciuto, i tristi errori che portano dei ragazzi normali a finire in carcere, gli eventi terrificanti a cui ha assistito, i legami formati nelle condizioni peggiori: tutto appare in dettaglio e con precisione sulle superfici incontaminate di questi gusci di uovo, una delle creazioni più perfette della natura, simbolo della vita e della nascita."
La mostra, dal titlo Hatched in Prison, “Covato in carcere”, è stata inaugurata lo scorso 5 novembre e si chiuderà il prossimo 9 gennaio.
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