Stop a testi e computer: in Danimarca la biblioteca diventa umana

Biblioteca umana

E se per avere un’informazione ci rivolgessimo alle persone invece che ai libri o ai computer? Altro che biblioteche digitali, in Danimarca è nata la Biblioteca Umana, dove le persone consultano titoli e poi vengono condotte in uno spazio di discussione per saperne di più. Un’iniziativa che ha già fatto il giro del mondo e che si propone come esperienza di coesione sociale.

L’idea era stata avviata nel 2007 come parte del progetto giovanile ‘Stop the Violence’, allo scopo di promuovere le conversazioni e facilitare la comprensione tra persone con scarse occasioni di interazioni nella vita reale. In quel periodo, infatti, persone di varie etnie e culture entravano in Danimarca e circolavano molti pregiudizi.

“La ‘Biblioteca Umana’ è stata progettata per generare un contesto positivo per le conversazioni, che può sfidare gli stereotipi e i pregiudizi attraverso il dialogosi legge sul sito ufficiale - La Biblioteca Umana è un luogo dove le persone reali sono in prestito ai lettori. Un luogo dove i quesiti difficili sono attesi, apprezzati e risolti”.

Dal primo evento danese, l’iniziativa si è diffusa in 50 paesi del mondo tra cui l'Italia (Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia,) ma anche Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Polonia, Emirati Arabi, Corea del Sud, USA, Canada, ed è ormai una realtà. Ovunque il meccanismo è simile: il cliente arriva, legge un titolo, un argomento, qualcosa che gli suscita curiosità, e ottiene il “prestito di un essere umano” che parlerà con lui per 20-30 min raccontando cosa c’è dietro quel flash.

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Tutti possono essere clienti e donatori di tempo. Sul sito è possibile infatti cercare eventi, ma anche offrirsi come “testo”. E si può incontrare chiunque, attori, transgender, prostitute, poligami, vittime di abusi, rifugiati, chiunque abbia una storia da raccontare e da voler donare.

Un prestito di tempo, perché il tempo è denaro, ma soprattutto l’incontro con l’altro, che potrebbe essere molto diverso da noi, e la scoperta della storia dalle sue parole, dalla sua voce, non dalle lettere battute su un libro.

Dal virtuale al reale. Ogni tanto.

Roberta De Carolis

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