Il 62% degli italiani naviga su Internet, ma meno della metà legge almeno un libro all'anno. È quanto emerge dal 10° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione «I media siamo noi. L’inizio dell’era biomediatica». Secondo le cifre, i consumi mediatici del 2012 hanno premiato l’integrazione dei vecchi media col web.
Internet. Naviga sul web il 62,1% degli italiani, trainati dai social network. Considerando le cifre del biennio 2011-2012, Internet è il mezzo che avuto l'aumento massimo dell’utenza, passando dal 27,8% di dieci anni fa, nel 2002, all'attuale 62,1. Tale cifra subisce è ancora più alta se si considera una fascia d'età più giovane (90,8%), o di persone più istruite, diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti delle grandi città, con più di 500.000 abitanti (74,4%). Anche i social network hanno vuto il loro ruolo in questo boom. Gli iscritti a Facebook sono passati dal 49% dello scorso anno all’attuale 66,6% degli internauti, ossia il 41,3% degli italiani e il 79,7% dei giovani. Cresce anche YouTube, che nel 2011 raggiungeva il 54,5% di utenti tra le persone con accesso a Internet, ma oggi è seguito dal 61,7%, pari al 38,3% della popolazione complessiva e al 79,9% dei giovani.
TV. La guardiamo praticamente tutti, ossia il 98,3% (+0,9% rispetto al 2011). Ma cambia il modo con cui la guardiamo. In crescita il successo delle tv satellitari (+1,6%), delle web tv (+1,2%) e della mobile tv (+1,6%). Secondo il Censis, oggi un quarto degli italiani collegati a Internet (il 24,2%) ha l’abitudine di seguire i programmi sui siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti su misura. Tali cifre crescono se chi naviga ha tra i 14 e i 29 anni, salendo rispettivamente al 35,3% e al 56,6%. La chiave del successo è l’integrazione dei vecchi media nell’ambiente di Internet.
Radio. Stessa sorta anche per la radio, che resta comunque un mezzo a larghissima diffusione di massa: l’83,9% della popolazione la ascolta con un aumento del 3,7% rispetto allo scorso anno. Anche in questo caso la radio viene ascoltata via web tramite il pc (+2,3%) e per mezzo dei telefoni cellulari (+1,4%), che stanno soppiantando il lettore portatile di file mp3 (-1,7%).
Smartphone. Neanche a dirlo, anche i cellulari non sentono il peso della crisi, soprattutto gli smartphone, utilizzati ormai dall’81,8% degli italiani (+10% in un solo anno), e la cui diffusione è passata tra il 2009 e il 2012 dal 15% al 27,7% della popolazione.
Ma c'è ancora un elemento emerso dal rapporto, e che sancisce la nascita della cosiddetta era biomediatica. Secondo il Censis, i media siamo noi: "Il notevole sviluppo di Internet (sia del numero degli utenti, sia delle sue applicazioni, che ormai permeano ogni aspetto della nostra vita quotidiana), il web 2.0, i social network, la miniaturizzazione dei dispositivi hardware e la proliferazione delle connessioni mobili hanno esaltato il primato del soggetto. L’individuo si specchia nei media creati dall’individuo stesso. Siamo noi stessi a costruirci i nostri palinsesti multimediali personali, tagliati su misura in base alle nostre esigenze e preferenze".
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Francesca Mancuso