5 anni di 'cinguettii': buon compleanno Twitter!

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Il 21 marzo 2006, a San Francisco, lo sviluppatore software Jack Dorsey, insieme ai suoi due amici Evan Williams e Biz Stone, creavano Twitter, il servizio che ha cambiato il modo di comunicare di tutti. Il nome originale era “twttr”, senza vocali, dalla definizione dell’inglese twitter come una 'breve ed inconsequenziale raffica di informazioni, come cinguettii di uccelli'.

Nei primi mesi dal lancio non ottiene molto successo e resta limitato soprattutto all'area di San Francisco, dove è concentrata una nicchia di appassionati che sperimentano per primi microblog e social network. Nel 2007 inizia la diffusione internazionale. Gli utenti inventano il retweet, simile all''inoltra' delle email: segnalano i messaggi scritti da altri anteponendo al testo le lettere "RT" seguite dal nome dell'autore. È un successo: in seguito diventa una funzione supportata dal social network.

Oggi, marzo 2011, il servizio di microblogging più famoso al mondo festeggia i suoi primi cinque anni. A 'cinguettare' (dall’inglese 'tweet') ci sono attualmente 200 milioni di utenti in tutto il mondo, che crescono di mezzo milione al giorno. Nonostante questi numeri, però, in molti Paesi Twitter non è ancora un fenomeno di massa, e neanche in Italia.

Il servizio fornisce agli utenti una pagina personale che ogni utente può aggiornare con messaggi di testo con lunghezza massima di 140 caratteri (meno di un sms). I messaggi spesso sono etichettati anche con uno o più 'hashtag', parole o frasi precedute dal simbolo cancelletto (esempio: #realale è il mio genere preferito di #birra). In questo modo gli utenti possono cercare il termine #realale (o #birra) e la parola etichettata apparirà nei risultati di ricerca. Gli hashtag di Twitter possono essere utilizzati per seguire una discussione tra più persone, invitando altri utenti a partecipare. Un fenomeno specifico tipico del mondo Twitter sono i 'micro-meme', le questioni emergenti seguite con un hashtag che viene ampiamente usato per un paio di giorni e poi scompare.

Il servizio è diventato popolarissimo grazie alla semplicità ed immediatezza di utilizzo (ma anche come perché molti lo vedono come il primo vero avversario di Facebook), ed in alcune occasioni si trasformato anche in uno strumento di giornalismo partecipativo.

Una delle maggiori ragioni del successo di Twitter è stata la capacità di seguire le esigenze ed i gusti degli utenti: molte funzionalità tipiche del servizio, come i retweet dei messaggi, si sono affermate con l’uso quotidiano degli utenti, che ha spinto lo stesso Twitter ad inserirle nel suo sistema e a perfezionarle. A ciò va aggiunto l’ecosistema di applicazioni create da sviluppatori terzi, grazie ad un sistema aperto di Api, con più di 500 mila servizi web, applicazioni per desktop e mobile che si appoggiano a Twitter per raccogliere dati o aggiungere nuove funzioni.

Un grande successo in campo tecnologico e finanziario, quindi, ma anche un fenomeno sociale globale. Come uno sciame di pigolii che amplifica i temi del giorno, Twitter comunica e diffonde nella rete gli eventi più forti della storia recente: dalle rivolte in Kenya durante le presidenziali del 2007 con i candidati di opposizione, alle manifestazioni in Iran e alle ribellioni degli ultimi mesi in Nordafrica, oltre ad emergenze, terremoti, tsunami, come il dramma di questi giorni in Giappone.

Insieme a Facebook, YouTube e ai blog, Twitter riesce inoltre ad alimentare la voglia di trasparenza e di democrazia. Sull’onda delle proteste a seguito delle elezioni presidenziali in Iran nel 2009, Twitter è stato considerato come uno degli strumenti chiave con i quali il movimento di piazza ha potuto far sentire la propria voce su scala internazionale, nonostante la repressione e la censura mediatica del regime di Teheran.

A segnare un punto di svolta è stata però l’ondata di protesta nata in Tunisia nel dicembre 2010 e divampatasi poi in Bahrain, Egitto, Libia, Arabia Saudita e Yemen. Secondo gli analisti Twitter ha ricoperto un ruolo determinante nel rovesciare i governi di Tunisia ed Egitto quale canale di comunicazione anticensura e di organizzazione del movimento di protesta.

Nonostante il grandissimo successo, i fondatori di Twitter decidono di lasciare il timone: Jack Dorsey ha lanciato una sua startup, Square, che abilita i pagamenti con carta di credito attraverso un dispositivo da collegare con i cellulari; Evan Williams ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di amministratore delegato per ritirarsi dalla scena pubblica, e Biz Stone lavora anche come consulente per altre startup. A guidare i prossimi passi del social network è l'amministratore delegato Dick Costolo (ex manager di Google), che cercherà di ampliare le fonti di ricavo in tempi rapidi.

Ma perché Twitter è riuscito a cambiare per sempre il mondo della comunicazione? Semplice, perché è pratico fin da subito: richiede poche righe per scrivere un’informazione ed allegarci un link con foto o un video (grazie anche ai siti che accorciano i link lunghi) e mette tutto in rete in pochi istanti, anche quando la banda scarseggia. Le reti telefoniche cadono, i siti web arrancano, i blog vanno giù, ma basta un soffio di internet ed i cinguettii di Twitter appaiono, subito, in tutto il mondo.

Antonino Neri

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