Singularity University Summit: energia accessibile a tutti per uno sviluppo equo

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singularity university summit

Si è da poco conclusa la seconda edizione del Singularity University Summit italiano, che si è svolto a Milano presso il centro “Milano Congressi” il 2 e 3 ottobre. Noi eravamo presenti il secondo giorno per assistere alle innovazioni e alle tecnologie che servono come ispirazione per comprendere appieno il presente e il futuro della società.

 

singularity university

Ma cos’è precisamente la Singularity University? Si tratta di una community mondiale d’innovazione nata nel 2008 che utilizza le tecnologie esponenziali per affrontare le grandi sfide dell’umanità e costruire un futuro di abbondanza per tutti. E quindi ampio spazio alla robotica, all’intelligenza artificiale, agli studi sulla società attuale, alla medicina, all’etica, alle start-up e a molto altro. In una parola: FUTURO. Tutti temi trattati da personalità di rilievo come leader, professori, innovatori, manager.

Come main sponsor non poteva mancare Eni che, con l’obiettivo di sviluppare una cultura manageriale integrata, continua il percorso per affermarsi come azienda innovativa, trovando l’occasione di questi eventi per raccontare la sua strategia e la sua vision.

Lo speech ha visto la presenza di Dario Pagani e Marco Rotondi: il primo è Vice Presidente Esecutivo ICT e CIO di Eni dal 2015, oltre che membro dello Steering Committee “Eni Digital Transformation” dal 2017. Marco Rotondi, dopo una lunga esperienza in Eni sia in Italia che all’estero, ricopre attualmente il ruolo di Managing Director nella Repubblica del Congo.

 

dario pagani marco rotondi

Il loro intervento si è incentrato sulla necessità di garantire energia accessibile a tutti. Nello specifico, i due affermano che bisogna ripensare i modelli di sviluppo adottati fino ad ora per far fronte all’annoso problema del divario tra nord e sud del mondo ancora, purtroppo, particolarmente sentito.

Un esempio pratico ce lo racconta proprio Marco Rotondi: parliamo di Pointe Noire, in Congo, un paese che fino a dieci anni fa aveva due sole strade illuminate e si riscaldava con le biomasse generando così addirittura più morti di quanti non ne faccia la malaria. Una situazione quasi difficile da immaginare. Eni ha quindi deciso di creare una centrale elettrica con tre turbine, dando lavoro anche alla gente del luogo. Grazie a questo, più di 350.000 abitanti godono attualmente dell’elettricità. Con il gas convertito in energia elettrica, Pointe Noir è diventata una città con attività commerciali, scuole e ospedali: insomma una città sviluppata.

 

pointe noir

E dall’altra parte del mondo ci siamo noi, abituati a dare per scontato l’energia e lo sviluppo. Appena entriamo in un locale quello che cerchiamo è il Wi-Fi ma forse non pensiamo che alcune persone non hanno neanche una fonte di luce.

 

africa elettricita

Oltre alla necessità di accesso all’energia per tutti, Singularity University Summit è stato il momento per Eni di parlare di eccellenze tecnologiche, come il supercomputer Eni. Per Dario Pagani è “la prova provata che si può fare qualcosa anche in Italia. Viene spesso mostrato perché molto impressive il fatto di citare 22,4 petaflop, ovvero 22 milioni di miliardi di calcoli in virgola mobile al secondo. Una capacità eccezionale. Poi, in realtà, il vero valore sono gli algoritmi che abbiamo sviluppato con le nostre persone e competenze che hanno permesso di trovare dove gli altri non hanno trovato. Non è dunque soltanto un tema di investimenti, perché altre energy company o altre organizzazioni possono avere accesso a investimenti molto più ampi dei nostri. Il tema è il connubio tra hardware e software, competenze e persone. La differenza la fa sempre l’uomo. Noi affianchiamo la capacità di calcolo e le tecnologie all’uomo, che fa la differenza. Ad esempio, il giacimento di Zohr, non lo abbiamo trovato lì perché si è palesato il giorno prima. Era lì da milioni di anni. Altri non lo hanno trovato. Noi sì. Avere quella capacità di calcolo consente di elaborare in modo più rapido, ma soprattutto restituisce le immagini in modo meglio definito. Questo ci consente di dare informazioni di conseguenza ai nostri geologi più raffinate e dunque migliorare la nostra probabilità di successo o diminuire il rischio industriale, a supporto sia della integrità dei nostri asset, sia delle nostre persone“.

I bisogni primari cambiano ed è compito di tutti noi cercare di favorire il progresso e portare l’energia a chi non ce l’ha, perché energia significa sviluppo.

In collaborazione con Eni