Quelle che scorrono nei telegiornali o sui quotidiani sono le immagini del rientro dello Space Shuttle Endeavour. Una certa nostalgia è inevitabile se si pensa che questi sono gli ultimi lanci, le ultime spacewalks, gli ultimi atterraggi ai quali assisteremo, almeno fino a quando il futuro delle missioni spaziali non sarà stabilito.
La missione STS-134 è durata 17 giorni, 15 ore e 17 minuti. Lo shuttle è rimasto agganciato alla Iss per 11 giorni e 17 ore. Fino a quando alle 08.35 (ora italiana) le ruote di Endeavour non hanno toccato il suolo del Kennedy Space Center da dove presto partirà alla volta di Los Angeles, ultima meta in cui farà bella mostra di sé.
Ricordiamo di questa missione le quattro passeggiate spaziali extraveicolari che hanno permesso di completare alcuni ritocchi di manutenzione necessari per la stazione orbitante. Ma soprattutto, STS- 134 è stata la spedizione di AMS- 02, lo Spettrometro Alfa Magnetico, posizionato sulla Iss per rilevare i raggi cosmici ed effettuare la ricerca della fantomatica materia oscura. Sebbene il ruolo di AMS è ancora agli inizi, il primo traguardo raggiunto è quello di essere una delle parti vitali della stazione; inoltre, è il primo componente di dimensioni considerevoli mai trasportato da uno shuttle.
“Posso dire che si è trattato senza ombra di dubbio di una spedizione da record, non solamente dal punto di vista scientifico, ma anche per la testimonianza di attenzione che abbiamo ricevuto sia dal Santo Padre sia dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano“, afferma Enrico Saggese, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, il quale ricorda gli storici collegamenti con i due astronauti italiani presenti sulla Iss, Roberto Vittori e Paolo Nespoli. “Il colloquio tra il Papa e tutto l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale, presenti i due astronauti italiani, è stato un’occasione senza precedenti. Mai prima un pontefice aveva parlato in diretta con gli astronauti presenti sulla Stazione“.
Durante i 16 giorni di missione, lo specialista di missione Roberto Vittori ha avuto il compito di posizionare sulla Iss il cacciatore di antimateria AMS e ha condotto i dodici esperimenti scientifici che facevano parte della missione scientifica DAMA (DArk MAtter). Questi rappresentano un importante contributo della cooperazione tra Asi e Aeronautica Militare che avranno ricadute nel campo medico, chimico e biologico.
Ma il futuro spaziale sembra ancora tinto di tricolore. Il prossimo europeo a volare verso la Iss sarà Luca Parmitano, il primo del gruppo degli astronauti Esa 2010 ad essere assegnato ad una missione. Già impegnato nei lavori di addestramento, Parmitano partirà a bordo della Soyuz nel dicembre 2013.
Per il momento però si cerca di scoprire quale sarà invece il destino dei voli spaziali dell’agenzia americana Nasa. Dopo che l’ultimo shuttle Atlantis, in partenza dal Kennedy Space Center il prossimo 8 luglio, avrà chiuso definitivamente l’era degli Space Shuttle, ci si interroga su quali saranno i nuovi mezzi per raggiungere l’orbita. Per il momento si lavora in progetti che hanno la prerogativa di tagliare i costi di costruzione e di investimento delle ben note navicelle. La nuova meta sarà probabilmente Marte e, forse, ancora la Luna. Per il momento, l’unica certezza è che gli astronauti stelle e strisce avranno bisogno di un passaggio da parte dei russi.