La fantascienza ci ha abituato all’idea di civiltà che si estendono su scala galattica. Dalla Federazione Unita dei Pianeti all’Impero Galattico, dal regno di Paul Atreides a quello di Cleon II, abbiamo immaginato popoli che si diffondono attraverso gli immensi spazi dell’universo, costruendo culture galattiche. Ma è possibile che una cosa del genere esista nella realtà? Alcuni astronomi stanno cercando di scoprirlo.
Alla ricerca di civiltà galattiche: cosa serve?
Per dare vita a una civiltà galattica, sarebbe necessario utilizzare una tecnologia che supera di gran lunga le capacità attuali della Terra. In uno studio recente, la dottoressa Chenoa Tremblay del SETI Institute e il professor Steven Tingay della Curtin University hanno cercato segnali artificiali in 2.880 galassie, sfruttando l’ampio campo visivo del Murchison Widefield Array (MWA). Di queste galassie, l’umanità conosce la distanza precisa di 1.317.
Questa ricerca è stata una delle prime a cercare intelligenze extraterrestri (SETI) ben oltre la nostra galassia. Tremblay e Tingay hanno cercato firme artificiali, note come tecnosegnature, molto più avanzate di quanto l’uomo possa attualmente produrre. Se queste civiltà stanno inviando messaggi attraverso intere galassie, o addirittura manipolando sistemi stellari, avrebbero bisogno di enormi quantità di energia.
Cosa rivela la ricerca?
Il Murchison Widefield Array, utilizzato nella ricerca, è formato da antenne che sembrano ragni metallici sulla superficie terrestre. Queste antenne, disposte in gruppi di 16, sono state fondamentali per la ricerca di segnali extraterrestri. La scala di Kardashev, proposta da Nikolai Kardashev nel 1964, misura quanta energia una civiltà può generare in un singolo impulso, a seconda del suo livello tecnologico.
Secondo la dottoressa Tremblay, per viaggiare tra galassie, un segnale dovrebbe essere alimentato da una o più stelle. Tuttavia, esistono anche altri metodi che la scienza sta esplorando, alcuni simili a quelli descritti nei romanzi di fantascienza.
Non sono stati rilevati segnali artificiali in questo studio. Tuttavia, ricerche di questo tipo sono cruciali per restringere il “pagliaio cosmico” e avvicinarci sempre di più a una possibile scoperta. Esistono delle ipotesi secondo cui una civiltà potrebbe diffondersi in una galassia utilizzando tecnologie alla nostra portata, anche se ciò non apparirebbe come nelle fantasie della fantascienza.
I ricercatori sperano di continuare a condurre ricerche di questo tipo, essendo questa la prima volta che si è cercata vita extraterrestre extragalattica a basse frequenze. Come afferma la dottoressa Tremblay:
Questo lavoro richiede molto tempo e risorse computazionali. Tuttavia, se non cerchiamo, non troveremo nulla. Il professor Tingay ed io abbiamo già pubblicato quattro lavori simili, focalizzati sul centro della Via Lattea, sulla Nebulosa di Orione e su Vela, con particolare attenzione a fonti di potenziale emissione all’interno della nostra Galassia.
L’articolo che descrive i risultati è stato accettato per la pubblicazione sull’Astrophysical Journal ed è disponibile su ArXiv.