Negli ultimi giorni si è ripresentato un noto fenomeno sui nostri smartphone: un messaggio su WhatsApp che incita a inviarlo a dieci altre persone per evitare di perdere l’amicizia con il mittente. Il testo completo è il seguente:
🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍 🤍 se ti è arrivato questo 🤍 🤍 messaggio vuol dire. 🤍 🤍 qualcuno ti vuole bene 🤍 🤍 se 6 un vero amico 🤍 🤍 devi mandarlo a 10 🤍 🤍 persone incluso me. 🤍 🤍 altrimenti la nostra. 🤍 🤍 amicizia scomparirà. 🤍 🤍 quando lo avrai. 🤍 🤍 mandato a 10 pers. 🤍 🤍 questi cuori 🤍 🤍 diventeranno rossi. 🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍🤍
Naturalmente i cuori non diventeranno mai rossi una volta inoltrato il messaggio, poiché si tratta di una semplicissima Catena di Sant’Antonio. Come ben sappiamo, questi fenomeni non sono un’invenzione recente, ma hanno radici molto profonde, originariamente legate a pratiche religiose che prevedevano l’invio di preghiere per ottenere favori spirituali.
Queste catene hanno attraversato i secoli, trasformandosi da messaggi cartacei a email e, infine, a messaggi digitali tramite applicazioni come WhatsApp. Sebbene nate con intenti positivi, oggi sono spesso strumentalizzate per generare ansia, speranza o urgenza, allo scopo di spingere i destinatari a inoltrarle, ampliando così la loro diffusione.
I rischi delle Catene di Sant’Antonio digitali e la normativa italiana sul fenomeno
Apparentemente innocue, le catene di Sant’Antonio digitali possono avere ripercussioni non trascurabili. Possono essere un canale per la diffusione di notizie false, violare la privacy tramite la condivisione non consensuale di dati personali e persino incrementare il rischio di spam e altre molestie digitali. Alcune di queste catene sono vere e proprie truffe che incitano gli utenti a effettuare pagamenti o altre azioni rischiose.
Le forme più aggressive di queste catene, in particolare quelle che sollecitano trasferimenti di denaro o promettono benefici economici, sono considerate illegali in Italia. La legislazione nazionale, supportata dalle decisioni della Corte di Cassazione, vieta queste pratiche, chiarendo che la partecipazione è proibita, anche se mascherata da offerte allettanti o iniziative caritatevoli.
Nonostante possano apparire come un semplice gesto di affetto, è vitale trattare questi messaggi con prudenza e consapevolezza dei possibili pericoli. Educare se stessi e gli altri sull’impatto reale di queste catene può contribuire significativamente a limitarne la diffusione e a tutelare la sicurezza personale online.