Recentemente, un team di scienziati ha portato alla luce in Inghilterra, presso Blue Anchor nel Somerset, i resti fossilizzati di un ittiosauro che potrebbe rivelarsi il più grande rettile marino mai identificato fino a ora. Questo nuovo gigante, battezzato Ichthyotitan severnensis, ovvero “pesce lucertola gigante del Severn”, ha fatto la sua comparsa sulla scena scientifica in un articolo pubblicato su LOS One.
Gli scavi, condotti tra il 2020 e il 2022, hanno riportato alla luce dodici frammenti dell’osso surangolare, ossia la parte superiore della mascella inferiore. Da questi reperti, gli studiosi hanno stimato che l’animale misurasse circa 25 metri di lunghezza. La scoperta segna l’identificazione di una nuova specie e persino di un nuovo genere di ittiosauro, con più di 100 specie già note appartenenti a questo gruppo. Gli ittiosauri, non dinosauri ma rettili marini, dominarono gli oceani nel Mesozoico, periodo che va da 251,9 milioni a 66 milioni di anni fa, e presentano similitudini evolutive con le balene, essendo anch’essi mammiferi marini vivipari e respiratori d’aria.
Un Contesto Geologico di Catastrofi Naturali
Il sito dove è stato scoperto questo esemplare mostra tracce di attività vulcanica, terremoti e tsunami, che suggeriscono un periodo di grandi turbolenze ambientali, culminante in una possibile estinzione di massa alla fine del Triassico. A pochi chilometri di distanza, presso Lilstock, un altro esemplare simile, lungo fino a 26 metri, era stato rinvenuto nel 2016, dimostrando la presenza di questi giganti in quell’area.
Questo ritrovamento potrebbe superare le dimensioni del precedente detentore del record, lo Shonisaurus sikanniensis, lungo fino a 21 metri, scoperto in Columbia Britannica, e posiziona l’I. severnensis tra gli ultimi grandi ittiosauri del Mesozoico. L’I. severnensis non solo apre una nuova pagina nella comprensione degli ittiosauri, ma anche nel loro ruolo nell’ecosistema marino del tempo. Il loro successivo declino, durante l’era Cenomaniana, vide l’ascesa di altri grandi rettili marini, come i plesiosauri, che scomparvero al termine del Cretaceo, insieme ai dinosauri terrestri.