Gli scienziati hanno individuato una rara stella iperveloce, chiamata CWISE J124909+362116.0 (“J1249+36”), che sta attraversando la Via Lattea a una velocità straordinaria di circa 600 km/s. Questa scoperta è stata possibile grazie al progetto di citizen science “Backyard Worlds: Planet 9” e a un team di astronomi americani. La ricerca, guidata dal professor Adam Burgasser dell’Università della California a San Diego, è stata presentata durante il 244º incontro nazionale della Società Astronomica Americana (AAS) a Madison, Wisconsin.
La stella J1249+36 è stata individuata da alcuni degli oltre 80mila volontari del progetto “Backyard Worlds: Planet 9”, che analizzano dati raccolti dalla missione Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) della NASA negli ultimi 14 anni. I volontari segnalano oggetti in movimento nei dati e, quando un numero sufficiente di persone segnala lo stesso oggetto, gli astronomi intervengono per approfondire l’osservazione.
La velocità inizialmente stimata di J1249+36, circa 600 km/s, è tale da permetterle di sfuggire alla gravità della Via Lattea, classificandola come una potenziale stella iperveloce. Per comprendere meglio la natura di questo oggetto, Burgasser ha utilizzato l’osservatorio W.M. Keck a Maunakea, Hawaii, per misurarne lo spettro infrarosso. I dati hanno rivelato che si tratta di una subnana di tipo L, una classe di stelle con massa e temperatura molto basse, rappresentando alcune delle stelle più antiche della galassia.
Origine della stella iperveloce
Gli scienziati hanno esplorato due possibili scenari per spiegare la traiettoria insolita di J1249+36. Nel primo scenario, la stella potrebbe essere stata il compagno a bassa massa di una nana bianca, espulsa a grande velocità a seguito dell’esplosione della nana bianca come supernova. In questo caso, la nana bianca sarebbe stata distrutta e il compagno rilasciato, volando via alla velocità orbitale originale più un impulso aggiuntivo.
Nel secondo scenario, J1249+36 potrebbe provenire da un ammasso globulare, un gruppo di stelle legato gravitazionalmente. In questi ammassi, i buchi neri possono formare sistemi binari e, attraverso interazioni complesse, espellere stelle a grandi velocità. Kyle Kremer, professore assistente all’UC San Diego, ha condotto simulazioni che mostrano come queste dinamiche possano espellere una subnana a bassa massa su una traiettoria simile a quella osservata per J1249+36.
Per stabilire quale di questi scenari o quale altro meccanismo possa spiegare la traiettoria di J1249+36, gli scienziati sperano di analizzare più da vicino la sua composizione elementare. Se la stella fosse stata “inquinata” da una supernova, mostrerebbe una firma chimica distintiva. Allo stesso modo, le stelle degli ammassi globulari e delle galassie satelliti della Via Lattea hanno schemi di abbondanza specifici che potrebbero rivelare l’origine di J1249+36.
La scoperta di J1249+36 offre nuove opportunità per comprendere meglio la storia e le dinamiche della Via Lattea. Sia che il suo viaggio sia stato causato da una supernova, da un incontro con un sistema binario di buchi neri o da un altro scenario, la stella iperveloce rappresenta un fenomeno affascinante per gli astronomi.