Nelle profondità dello spazio cosmico, a una distanza da noi di oltre 9 miliardi di anni luce, è emersa una scoperta straordinaria: una vasta struttura circolare composta da galassie, battezzata dai ricercatori come Big Ring, o Grande Anello. Questo colosso astronomico è tra i sette oggetti più imponenti mai scoperti nello spazio interstellare. Con un diametro di 1,3 miliardi di anni luce e una circonferenza di circa 4 miliardi di anni luce, la sua grandezza è tale che, se fosse visibile nel nostro cielo, occuperebbe un’area equivalente a quella di 15 lune piene affiancate. Ma la sua peculiarità non si limita alle sue dimensioni: il Grande Anello rappresenta una sfida diretta al Principio Cosmologico, un pilastro fondamentale degli studi astrofisici.
Secondo il Principio Cosmologico, l’Universo dovrebbe presentarsi come omogeneo e isotropo quando osservato su scale cosmiche ampie. Questa visione ipotizza che al di là dei corpi celesti, come pianeti e galassie, l’universo appaia uniforme. Tuttavia, il Grande Anello, con le sue dimensioni stupefacenti, contraddice questo principio. La sua esistenza, insieme a quella di altre strutture gigantesche precedentemente scoperte, suggerisce che l’universo potrebbe non essere così omogeneo come ipotizzato. Ciò mette in discussione la solidità del Principio Cosmologico, e porta gli scienziati a considerare la necessità di rivedere alcune delle teorie fondamentali che riguardano la struttura e l’evoluzione dell’universo.
Il Grande Anello è stato individuato da un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati dell’Università del Lancashire Centrale in Gran Bretagna, in collaborazione con l’Università di Louisville negli Stati Uniti. Il gruppo di ricercatori, sotto la guida della dottoranda Alexia Lopez dell’Istituto Jeremiah Horrocks, ha utilizzato una tecnica innovativa basata sulla luce emessa dai quasar per rivelare questa enorme struttura, così come avevano precedentemente scoperto l’Arco Gigante, un’altra imponente struttura galattica.
Il Grande Anello e l’Arco Gigante
Particolarmente affascinante è la posizione del Grande Anello, situato a soli 12 gradi di distanza dall’Arco Gigante, vicino alla costellazione di Boote. Questa vicinanza suggerisce che le due strutture possano essere parti di un’unica entità ancora più grande, mettendo ulteriormente in dubbio il Principio Cosmologico. Il dottor Robert Massey, vicedirettore presso la Royal Astronomical Society, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta per il mondo scientifico:
Questa è la settima grande struttura scoperta nell’universo che contraddice l’idea dell‘omogeneità cosmica su larga scala.
Anche la dottoressa Lopez ha evidenziato come queste strutture ultra-grandi sfidino la nostra attuale comprensione dell’universo:
Dalle attuali teorie cosmologiche non ci saremmo aspettati strutture di questa scala.
Ma cosa rappresenta realmente il Grande Anello? Secondo la dottoressa Lopez, potrebbe essere correlato alle oscillazioni acustiche barioniche (BAO), ovvero echi dell’Universo primordiale formatisi dalle onde sonore. Questa ipotesi suggerisce che il Grande Anello possa essere un’impronta lasciata da antiche galassie. Tuttavia, mentre le teorie cosmologiche descrivono i BAO come strutture sferiche, il Grande Anello sembra avere una forma più simile a una spirale orientata verso la Terra, aggiungendo un ulteriore livello di complessità al mistero. Un’altra teoria lo collega alle stringhe cosmiche, strutture teorizzate che risalgono ai primordi dell’Universo.
La scoperta del Grande Anello e dell’Arco Gigante, due strutture immense e vicine cosmologicamente, apre nuove affascinanti domande sulla natura dell’Universo e sulla validità delle teorie cosmologiche attuali. I dettagli di questa ricerca rivoluzionaria sono stati presentati durante una conferenza stampa al 243esimo incontro dell’American Astronomical Society (AAS), segnando un momento significativo nella storia dell’astronomia moderna.
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