Tumore al seno, un reggiseno hi tech promette di diagnosticarlo precocemente. Frutto della mente di un giovane diciottenne messicano, è commercializzato con il nome di Eva dalla Higia Technologies da lui stesso fondata, ed è valso al giovane il primo premio al Global Student Entrepreneur Awards. Ma nessuna sperimentazione clinica ha ancora validato l’indumento come strumento di diagnosi.
Nella primavera ormai inoltrata, il cielo si tinge di luna. Facile romanticismo, ma supportato da numerosi eventi astronomici legati al nostro satellite, che, dopo aver dominato aprile, mese in cui è noto come Luna Rosa, entrerà in congiunzione con quasi tutti i pianeti visibili del Sistema Solare.
Ci saluterà da 1,8 milioni di chilometri di distanza il maxi asteroide chiamato 2014 JO25, il cui passaggio “vicino” al nostro pianeta è previsto per la notte del 19 aprile. Una distanza pari a circa 4,6 volte la distanza dalla Terra alla Luna, ma con una luminosità tale (magnitudo circa 11) da renderlo visibile con un semplice binocolo.
La vedi, è lì davanti a te quell’oasi nel deserto, quella fonte d’acqua che speravi di trovare. Ma ti avvicini e non c’è: è un miraggio, la versione naturale dell’illusione ottica, e che si fa materialmente vedere quello che non c’è, almeno non dove pensiamo noi.
Sei in Nuova Zelanda, prendi un volo per il Circolo Polare Antartico, ti siedi comodamente e aspetti che l’aereo parta. Quando sei in volo ad un certo punto il cielo diventa di mille colori e tu pensi di sognare, invece senti grida di meraviglia e scatti di macchine fotografiche intorno a te. Perché sì a proprio vero, è l’aurora australe.
Luna: ancora lei la protagonista del cielo anche ad aprile, dopo le numerose congiunzioni del mese di marzo, anche nel mese che sta per arrivare proseguirà le sue passeggiate nella volta celeste in congiunzione con molti pianeti. Ma soprattutto, l’11 del mese arriverà la luna rosa.
Interstellar aveva ragione, o meglio, aveva ragione Einstein. I buchi neri rappresentano dei “passaggi segreti” per andare da un Universo ad un altro che vive in un tempo diverso. L’Università di Napoli Federico II ha realizzato un prototipo basato sul grafene, microscopico ma funzionale, di macchina del tempo. Ancora molto “rudimentale” e ben lontano dalle promesse della fantascienza, ma sulla via giusta.
Il nostro cervello è 10 volte più attivo di quanto stimato finora. Ad affermarlo è stato un team di scienziati dell'Università della California Los Angeles. La loro scoperta potrebbe cambiare la comprensione del funzionamento del cervello e potrebbe portare a nuovi approcci per il trattamento di disturbi neurologici e per lo sviluppo di computer che "pensano" come gli esseri umani.