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Le scoperte astronomiche sono in genere frutto dell’osservazione di posti inesplorati, ma qualche volta derivano semplicemente dall’analisi di dati già esistenti attraverso strumenti nuovi, capaci di estendere i limiti di quelli usati in precedenza.

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La luna di Marte è ancora più vicina. Phobos, uno dei due satelliti del pianeta rosso, il più grande per l'esattezza, ma con un diametro di soli 22 chilometri (17 miglia). L'altro satellite è Deimos. Ad aver ripreso questa piccola “luna marziana” è stata una sonda europea, che ha compiuto il giro più vicino che mai sia stato fatto attorno a Phobos.

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Montagne di ghiaccio al Polo Nord della Luna. Lunedì scorso la Nasa ha annunciato che sulla superficie lunare sono presenti enormi sacche di ghiaccio, ossia milioni di tonnellate d'acqua. Una fondamentale scoperta, questa, che potrebbe aprire la strada a nuove esplorazioni sia con astronauti che con sonde senza equipaggio.

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Nella nebulosa NGC 3603 esiste una fabbrica cosmica dove, dalle estese nubi di gas e polvere, vengono continuamente prodotte nuove stelle. Situata a 22.000 anni luce dal Sole, è la regione, di questo tipo, più vicina. È una sorta di laboratorio locale, che permette di studiare i processi che portano alla nascita delle stelle.

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Un veicolo spaziale in orbita terrestre ha recentemente catturato una eclisse solare dallo spazio, evento molto raro.

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Si sta pensando ad una nuova missione, in collaborazione fra Nasa ed Esa, per tornare ad esplorare Titano oppure Encelado, un'altra luna di Saturno.

Ad affermarlo, al festival delle scienze di Roma, è la planetologa Carolyne Porco, capo della squadra che analizza le immagini di Saturno inviate a Terra dalla sonda Cassini. La scienziata, ha aggiunto che: “Le immagini tridimensionali degli anelli di Saturno ci stanno permettendo di conoscere queste formazioni con un dettaglio senza precedenti. In quei detriti di polveri e ghiaccio si nasconde la chiave per capire il meccanismo che ha portato alla formazione del Sistema Solare e di tutti gli altri sistemi planetari”.

vita su Marte

Che esistesse vita su Marte, la scienza l’ha sempre sospettato. Ma la NASA ritiene che è possibile dimostrarlo entro il 2010. Lo sostiene David McKay, capo del reparto astrobiologico presso il Johnson Space Centre di Huston, sulla base di ipotesi su tre nuovi meteoriti che sembrerebbero contenere, secondo il team di ricerca, colonie di microrganismi dei quali sarà presto possibile comprendere la natura.

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