Saturno, il sesto pianeta del Sistema solare in ordine di distanza dal Sole ed il secondo più massiccio dopo Giove, è a volte chiamato il Signore degli Anelli, a causa dei milioni di piccoli oggetti che orbitano attorno al suo piano equatoriale, della grandezza che varia dal micrometro al metro, organizzati sotto forma di cerchi concentrici piatti, i suoi “anelli” per l’appunto.
Molto distante dalla Terra (circa 1.5 miliardi di chilometri in media), il pianeta è stato studiato indirettamente, ma grazie alla missione Cassini, lanciata il 15 ottobre 1997 e composta dall’orbiter Cassini della Nasa e il lander Huygens dell’Esa, ora abbiamo anche delle informazioni dirette, raccolte a partire dal suo ingresso nell’orbita di Saturno, avvenuto il 1º luglio 2004.
La missione terminerà il 15 settembre del 2017 ed è il momento di bilanci. Ecco i ricordi più affascinanti di una delle iniziative spaziali più longeve della storia dell’esplorazione del sistema solare.
Lo studio del satellite Titano
Il 25 dicembre 2004 Huygens atterra sul satellite naturale Titano e inizia il suo viaggio esplorativo durato 22 giorni. Huygens rileva le condizioni di temperatura, densità atmosferica e pressione a partire da 1400 km di quota fino alla superficie, e scopre un mondo simile ai primi giorni della Terra (canali di drenaggio, laghi, erosioni, dune, tempeste di pioggia), salvo che per la temperatura superficiale di -144°C.
La scoperta delle sconosciute lune di Saturno
Nel corso della sua orbita attorno a Saturno, Cassini è riuscita a individuare sette lune precedentemente sconosciute in orbita all’interno degli anelli del pianeta, ovvero Metone, Pallene, Polluce, Dafni, Antea e Egeon. La settima luna, scoperta nel 2009, è attualmente chiamata S/2009 S 1 e ha un diametro di soli 300 metri.
Quel gigantesco uragano su Saturno
La missione Cassini riporta sulla Terra delle immagini di uno sconcertante uragano al Polo Nord di Saturno. Era il 2006 ed era la prima testimonianza di un simile fenomeno atmosferico su un altro pianeta diverso dal nostro. 50 volte la dimensione di un uragano medio sulla Terra con venti quattro volte più forti, ma soprattutto formatosi senza grandi quantità di vapore acqueo, probabilmente proprio perché innescato in dimensioni ben maggiori di quelle terrestri e in un’atmosfera di idrogeno.
Image credit: NASA/JPL-Caltech/SSI
L’oceano sotto la superficie di Encelado
Da tempo candidata ad ospitare la vita, la Luna di Saturno Encelado ospita effettivamente un oceano d'acqua sotto la sua superficie. La missione Cassini, in particolare, insieme al Deep Space Network, è riuscita a rilevare getti di vapore acqueo e ghiaccio che sgorgano dal Polo Sud del satellite naturale.
La foto del sorriso della Terra
È il 19 luglio 2013, quando la sonda Cassini della Nasa si volta verso Saturno per scattare una foto del pianeta e dei suoi anelli in tutto il loro splendore. Ma in realtà era una foto di gruppo, se si considera che insieme al pianeta, in effetti, compaiono molti oggetti del sistema solare interno. Sapendo che anche la Terra sarebbe comparsa nel “ritratto di famiglia” del sistema solare, i manager di Cassini chiesero a tutti noi terrestri di sorridere, per cui la foto è passata alla storia come il ‘Giorno del sorriso della Terra’.
Image Credit: NASA/JPL-Caltech/SSI
La scoperta di fiumi e laghi prosciugati su Titano
Saturno non ospita la vita, ma, nascosta da una fitta coperta di nebbia, la superficie di Titano, rimasta fono ad allora misteriosa, svela un altopiano solcato da un gran numero di canali, con letti simili a quelli dei fiumi terrestri, con valli scoscese e canyon profondi fino a 100 m. E, al momento dell’atterraggio di Huygens, la regione scura appariva tuttavia come il letto vuoto di un gigantesco lago.
Il decadimento radioattivo e il criovulcanismo di Titano
Lo spettrometro di massa Huygens rileva tracce di Argon radiogenico sotto i 18 km di quota. L’elemento si origina dal decadimento del potassio-40, un isotopo radioattivo che si trova nelle rocce. Poiché il tempo che impiega il potassio-40 a dimezzarsi è di 1,3 miliardi di anni, molto meno dell’età di Titano, l’analisi di questo isotopo in atmosfera fornisce dati importanti sulla storia del criovulcanismo di questo satellite.
Roberta De Carolis
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