Tritone: la luna di Nettuno potrebbe ospitare un oceano sotterraneo

tritone

Tritone, il più grande satellite di Nettuno, fu scoperto nel 1846. Ha un diametro di 2.700 chilometri e una proprietà unica tra i satelliti del sistema solare: un’orbita retrogada. Un passaggio ravvicinato della sonda Voyager 2 nel 1989 ha mostrato che la superficie del satellite è composta principalmente di acqua ghiacciata, azoto, metano e biossido di carbonio. Poiché la densità di Tritone è piuttosto alta, si sospetta che la luna abbia un grande nucleo roccioso ed è possibile che un oceano liquido si sia formato tra il nucleo roccioso e la superficie ghiacciata.

L'orbita retrograda di Tritone indica che il satellite non si è formato intorno al pianeta ma, molto probabilmente, si è formato originariamente nella fascia di Kuiper - l'anello di corpi ghiacciati oltre Nettuno – per poi essere catapultato verso l'interno fino a quando non è stato catturato dalla gravità di Nettuno. Subito dopo la cattura la luna ha seguito un’orbita molto ellittica, eccentrica.

Questo tipo di orbita ha sollevato grandi maree, e l'attrito di queste maree ha causato una grande perdita di energia. La perdita di energia è stata poi convertita in calore all'interno della luna, e questo calore può aver sciolto alcuni degli strati interni di ghiaccio dando vita ad un oceano sotto un “guscio” di ghiaccio, un po’ come quello che potrebbe essere accaduto sul satellite ghiacciato di Giove, Europa.

La perdita di energia legata alle maree potrebbe aver determinato anche una graduale variazione dell’orbita di Tritone passando da un'ellisse a un cerchio. L'attrito da maree, però, non è l'unica fonte di calore all'interno di un corpo terrestre, c'è anche il riscaldamento radiogeno. Questo è il calore prodotto dal decadimento degli isotopi radioattivi all'interno di una luna o di un pianeta, e questo processo può creare calore per miliardi di anni.

"Mentre la concentrazione di dissipazione di marea nella parte inferiore del guscio di ghiaccio era noto da tempo, crediamo che il nostro lavoro è il primo a dimostrare come l’azione delle maree sia determinante nel controllare la velocità di congelamento e la sostenibilità degli oceani sotto la superficie," sostiene Saswata Hier-Majumder dell' Università del Maryland. Gli oceani liquidi al di sotto di strati di ghiaccio sono in grado di fornire i potenziali habitat per la vita extraterrestre primitiva. Europa, una delle lune di Giove, è attualmente il principale candidato per tale habitat.

La probabilità che possano svilupparsi forme di vita nelle profondità dell'oceano di Tritone è molto più piccola rispetto a Europa, ma ancora non può essere completamente esclusa, dicono i ricercatori. L'ammoniaca che è probabilmente presente nelle acque marine di Tritone potrebbe essere determinante nell’abbassare il punto di congelamento dell'acqua, rendendola così più adatta a favorire la vita. La temperatura del mare del satellite, probabilmente, è inferiore a -97 gradi Celsius, il che rallenterebbe in modo significativo le reazioni biochimiche impedendo l'evoluzione.

Tuttavia, proprio qui sulla Terra, sono stati scoperti enzimi in grado di “accelerare” le reazioni biochimiche anche a temperature di -103 gradi Celsius. Un’altra ipotesi interessante, anche se remota, è che Tritone possa ospitare forme di vita a base di silicio, supponendo che il silicio possa effettivamente essere utilizzato come base per la vita al posto del carbonio, come avviene qui sul nostro, davvero singolare e confortevole, pianeta.

Andrea Pallini

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