Qual è la volatilità superficiale di Mercurio? Fino a quando sono esistiti fenomeni vulcanici nella storia di Mercurio? Com’è cambiata nel tempo la topografia del pianeta alle lunghezze d’onda più lunghe? Quali sono le origini di alcune determinate regioni nell’esosfera di Mercurio che hanno densità molto alte? In che modo il ciclo solare influenza l’atmosfera del pianeta? Qual è l’origine degli elettroni energetici presenti su Mercurio?
Sono queste le sei domande principali alle quali la sonda Messenger tenterà di rispondere nei prossimi 4 mesi. La Nasa, infatti, ha ufficialmente annunciato il prolungamento della missione Messenger fino al 17 marzo 2012.
Era il 18 marzo scorso quando la sonda della Nasa divenne il primo oggetto ufficiale nella storia dell’astronautica ad entrare nell’orbita di Mercurio. Da allora, la sonda ha raccolto una immensa mole di dati sul pianeta più interno del nostro sistema solare.
"Durante la missione estesa passeremo più tempo vicino al pianeta, rispetto alla missione principale in corso e avremo una più ampia gamma di obiettivi scientifici e saremo in grado di fare molte osservazioni mirate con il nostro sistema di imaging e altri strumenti", dichiara Solomon Principal Investigator del Carnegie Institution di Washington. "Messenger sarà anche in grado di visualizzare il pianeta più interno mentre l'attività solare va verso il prossimo massimo del ciclo. Mercurio darà nuove risposte ai cambiamenti nel suo ambiente e ci regalerà anche nuove sorprese".
Sebbene ancora si stiano “recuperando i fondi del finanziamento”, ha precisato il responsabile Ed Grayzeck il 9 novembre alla 24esima riunione dello Science Team Messenger ad Annapolis, nel Maryland.
La sonda avrà modo dunque di osservare Mercurio mentre aumenterà l’attività solare. Sin dal momento in cui Messenger fu lanciata, ha rivoluzionato le opinioni scientifiche degli astrofisici su quanto prima si era asserito sul pianeta. Conclude Solomon: “La campagna orbitale senza precedenti della sonda ci sta dando la prima occhiata da vicino di mercurio e ha rivoluzionato le nostre opinioni scientifiche su quel pianeta. Il prolungamento della missione permetterà agli scienziati di imparare ancora di più sul pianeta più vicino al Sole”.
Federica Vitale