Alzare gli occhi al cielo e scoprire che il firmamento non è più così tanto puntinato come una volta, ma buio. Non è uno scenario fantascientifico, ma ciò che potrebbe realmente succedere, anche se tra migliaia e migliaia di anni. E ora sappiamo anche il perché: le galassie hanno meno gas di quanto ne avessero quando l'universo era più giovane e ciò causa una diminuzione della nascita di nuove stelle.
È quanto hanno concluso Robert Braun e colleghi dell’ente di ricerca Csiro che, utilizzando il radiotelescopio australiano Mopra, hanno confrontato le galassie attuali con quelle di 3 e 5 miliardi di anni fa, scoprendo che la formazione degli astri ha avuto una fase di apice fra gli otto e i dieci miliardi di anni fa per poi rallentare.
La responsabile di tutto ciò sarebbe la misteriosa energia oscura che occupa il 70% dell'universo e lo spinge ad espandersi. Le galassie hanno bisogno di essere costantemente alimentate di idrogeno, attratto dallo spazio circostante dalla forza di gravità, ma la quantità di gas intergalattico che riescono a catturare continua a diminuire.
I risultati della ricerca Molecular gas in intermediate redshift ULIRGs, riportati sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, aprono nuovi scenari sulla formazione delle stelle, che avviene proprio a partire da nubi di idrogeno molecolare: “Il nostro risultato ci aiuta a capire perché le luci si stanno spegnendo: la formazione stellare – spiega Braun- ha ormai dato fondo alla maggior parte dell’idrogeno molecolare disponibile. Il crollo nella disponibilità di gas e nel tasso di formazione stellare sembra essere avvenuta all’epoca in cui l’energia oscura ha preso il controllo dell’universo”.
“Il gas molecolare –continua Braun- va esaurendosi nel tempo: lo schema della diminuzione è simile a quello della formazione stellare, sebbene durante l’intervallo di tempo studiato il gas sembra diminuire molto più velocemente”.
E questi nuovi dati non possono che evocare pensieri apocalittici e catastrofici.
Roberta Ragni